Neet e povertà: record italiano

Brutta, e preoccupante, la fotografia dell’Italia che emerge da un’indagine pubblicata dalla Commissione Europea (leggi articolo Ansa.it).

Record negativi per:
opportunità ai giovani (19,9% di NEET: i giovani che non hanno e non cercano lavoro); pari opportunità di genere ( 20,1% la differenza fra uomini e donne che lavorano), equa distribuzione della ricchezza ( in aumento al 11,9% il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema)

Dati che devono indurre certo a una forte riflessione, di carattere politico/economico/socio-culturale, ma soprattutto a una decisiva azione.

In questa direzione le proposte sindacali della First e della CISL, da tempo avanzate su tutti i fronti, a partire ad esempio dalle politiche attive per il lavoro, dal contrasto alle discriminazioni di genere nell’accesso al lavoro e dalla contrattazione di misure atte alla conciliazione dei tempi vita/lavoro, dalla promozione della formazione e dell’alternanza scuola lavoro come strumento per favorire l’ingresso e la valorizzazione dei giovani al lavoro, dalla rivisitazione dell’attuale sistema pensionistico che penalizza i giovani (oltre che i “pensionandi”), dalla riforma del fisco (accompagnata dalla lotta all’evasione), che consenta una maggiore sostenibilità economica per le famiglie ed un rilancio dei consumi a sostegno della ripresa dell’economica, che non può prescindere da politiche industriali concrete e mirate, per le quali anche il sistema bancario deve fare la sua parte, recuperando il ruolo costituzionalmente affidatogli

Impegni importanti, per i quali è necessaria l’assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti chiamati a farsene concretamente carico, ognuno per quanto di sua pertinenza, senza disperdersi in “diversivi” e “chiacchiere” che rubano le opportunità alle giovani generazioni e alla società di un futuro migliore, fondato sul Lavoro, come la Repubblica Italiana.