Severgnini, Riforma Bcc, quando si inizierà a fare sul serio?

“Il periodo estivo volge al termine e fra pochi giorni si riaprono le danze.

A dire il vero – commenta Massimo Severgnini, referente Bcc First Cisl Lombardia – durante “le vacanze” la musica non si è mai fermata: Presidenti e Consiglieri hanno continuato a “corteggiarsi” per trovare intese di fusione o acquisizione di sportelli esclusivamente in funzione di un rafforzamento patrimoniale, indispensabile al raggiungimento di quegli indici che le Capogruppo di riferimento indicano come il livello minimo per mantenere maggiore autonomia gestionale.

Lo scenario lombardo conta “ancora” 29 BCC: 23 hanno aderito al Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA – Roma e le altre 6 a Cassa Centrale Banca – Trento. Un sistema articolato, in cui si passa dalla Bcc più piccola con un attivo di 91 mln e 13 dipendenti a quella più grande con un attivo di 3.490 mln e 462 dipendenti.

Gli articoli di stampa che si sono rincorsi a fine giugno, durante la fase di chiusura e approvazione dei bilanci, hanno messo in evidenza i risultati positivi ottenuti lo scorso anno dimentichi di evidenziare le criticità del settore, che sono ancora molte. Una su tutte è riferibile al processo di aggregazione fra Bcc contenuto nella Riforma, auspicato a più livelli e apparentemente invocato dai più, ma che stenta ancora a prendere avvio e prende forma solo quando una banca è decotta e non ci sono più possibilità perché possa continuare a operare in autonomia.

Un modus operandi che – mentre nel settore Abi, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca diventano il primo gruppo italiano e fra i primi in Europa – consente al Credito Cooperativo di continuare a vivere all’ombra di ogni singolo campanile, tenendo stretta quella che viene definita un’autonomia gestionale che di lungimirante ha ben poco.

Da anni si discute della necessità di rivedere il sistema e la Riforma ne ha delineato il percorso e come First Cisl lo avevamo documentato con uno studio dell’aprile 2014, denominato “Documento di sistema”, ma, purtroppo, dal lato pratico le cose procedono troppo lentamente e spesso si ha l’impressione che qualche interesse di parte prevalga su quello comune.

Senza entrare nei singoli dettagli, che pure evidenziano in taluni casi criticità difficilmente superabili se non attraverso ristrutturazioni importanti e iniezioni di capitale fresco, bisogna fare in fretta e bene. Bisogna allargare lo sguardo ed essere lungimiranti se si vuol pensare ad un futuro florido per il settore che, non dimentichiamolo, in Lombardia occupa circa 6.000 dipendenti.

L’auspicio – conclude Severgnini – è che alla riapertura delle danze si cominci a cambiare musica e che tutti i “suonatori” esprimano un’armonia comune”.

Comunicazione First Cisl Credito Cooperativo

Allegato: Documento Cooperfirst “Riforma Bcc, quando si inizierà a fare sul serio?”