Severgnini, riforma, pronti a governare periodo di transizione

A pochi mesi dall’avvio, la riforma del Credito Cooperativo ha mosso i suoi primi passi e, inevitabilmente, crea conseguenze organizzative non di poco conto.

In Lombardia – è quanto si legge sul sito regionale First Cisl – hanno sede 29 Bcc, di cui 23 hanno aderito al Gruppo Iccrea e 6 alla trentina Cassa Centrale Banca.

“Fra la fine dello scorso anno e l’inizio del 2019, in ottemperanza alle nuove disposizioni che la riforma stessa ha provocato, come sindacato – sottolinea Antonio Massimo Severgnini, referente First Cisl Credito cooperativo della Lombardia – abbiamo discusso e sottoscritto accordi che hanno consentito il passaggio di lavoratori dalle Federazioni Regionali alle nuove realtà che si sono venute a creare. Stessa sorte è toccata ai colleghi delle cosiddette “FAC” (Funzione Accentrate di Controllo: in pratica i Risk Manager e chi si occupa, a vario titolo, di Compliance e Antiriciclaggio). Anche per questi ultimi, con sfumature diverse, si sta concretizzando, in modo particolare all’interno del perimetro Iccrea, il passaggio dalle Bcc di appartenenza al Gruppo di riferimento, Un’operazione che, in buona parte, non determinerà nel breve periodo un fenomeno di mobilità territoriale ovvero i colleghi non subiranno un trasferimento di sede operativa nel rispetto del principio, sostenuto dalle Organizzazioni sindacali, di spostare il lavoro e non i lavoratori”.

Tutto questo mentre le banche hanno chiuso i bilanci d’esercizio 2018.

“Da un’analisi dei dati riferiti alle “lombarde”, si evidenzia come solo due Bcc abbiano chiuso con un bilancio in rosso. Complessivamente – continua Severgnini – il movimento regionale ha prodotto un utile di poco superiore a 39 milioni di euro. Risultato positivo anche se, confrontando il patrimonio netto delle banche fra la fine del 2017 e la fine del 2018, si registra una differenza superiore ai 580 milioni. Buona parte di questa minusvalenza deriva dalla cartolarizzazione degli NPL che dovrà comunque essere recuperata. L’impresa non è da poco: ce la faranno con i margini e la redditività di questi anni?”.

All’interno del credito cooperativo, opera il Fondo Nazionale Pensione che raccoglie i risparmi previdenziale di oltre 31.000 lavoratori iscritti.

“Una scelta unilaterale degli Amministratori ha imposto una rivisitazione delle linee di investimento che ha determinato la chiusura del “Comparto Garantito”, una decisione – commenta Severgnini – difficile da digerire per buona parte degli iscritti che avevano posto la loro fiducia proprio in questa linea di investimento, a gestione separata con capitalizzazione dei risultati. Una scelta apparentemente incomprensibile, considerando che buona parte dei Fondi Previdenziali, fra l’altro uno dei quali si rivolge ai lavoratori del Credito Cooperativo Trentino, hanno in essere questo tipo di linee assicurative e garantite”.

“Come First Cisl siamo pronti a governare questo periodo di trasformazione che la riforma ci impone. L’obiettivo irrinunciabile – conclude Severgnini – è quello di non scaricare sui lavoratori le criticità che un cambiamento come questo potrebbe determinare, soprattutto in tema di tenuta dei livelli occupazionali”

Comunicazione First Cisl Credito cooperativo