Continui dissidi con il collega possono costare il trasferimento

“Se il trasferimento di un lavoratore dipendente è dovuto ai continui dissidi tra lui e una collega, originati soprattutto da questioni personali e del tutto estranee all’ambito lavorativo, potrà senz’altro ritenersi determinato dalla necessità di risolvere il conflitto sorto all’interno dell’ufficio ed evitare la sua degenerazione a discapito dell’unità produttiva. Per tali motivi, riconosciutane la concreta fondatezza e validità, la Corte di Cassazione (Sezione Lavoro, Ordinanza n. 27226 del 26/10/2018) non ha potuto che confermare la legittimità del provvedimento di trasferimento di un lavoratore. È infatti innegabile, nelle descritte circostanze, la razionale funzione della soluzione adottata dal datore di lavoro quale strumento volto a rimuovere, nell’esclusivo interesse aziendale, una situazione suscettibile di pregiudicare lo svolgimento delle normali attività”. (da Legalmente 01/2019)

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