RESTITUIRE AI LAVORATORI GLI UTILI CHE HANNO CONTRIBUITO A PRODURRE

Lettera della Segretaria First di Milano Metropoli Maddalena Acquaviti:

“Che le aziende non siano enti caritatevoli e non facciano beneficenza lo sappiamo anche noi.
Che le aziende debbano fare utili è ovvio e anche necessario alla loro stessa esistenza.
Peraltro, come sindacato lo sappiamo bene, un’azienda sana è garanzia di stabilità del posto di lavoro…o forse no?
Perché, anche questa che sembrava essere una certezza, sta vacillando.
Dall’ osservatorio privilegiato che abbiamo a Milano, dove sono presenti praticamente tutte le realtà – italiane ed estere, piccole e grandi, bancarie e assicurative – negli ultimi anni stiamo assistendo ad uno strano fenomeno: le aziende non si accontentano più di guadagnare, vogliono stra guadagnare.
Ma a scapito di cosa? O meglio, di chi?
Siamo abituati a gestire esuberi di aziende in difficoltà e cercare soluzioni per limitarne gli effetti sui lavoratori. E abbiamo sempre fatto la nostra parte.
Ma ora ci vengono segnalati esuberi in aziende sane, anzi sanissime.
In questi due anni di pandemia molti settori sono stati in crisi: non quello bancario e non quello assicurativo che, anche grazie all’utilizzo massiccio di quello che tutti chiamano smart working, ma non lo è, hanno visto crescere i loro utili in modo significativo.
È quindi giunto il tempo di iniziare a redistribuire, ovvero ringraziare i lavoratori per i sacrifici fatti e l’impegno profuso nei periodi di crisi anche in questi due anni pesantissimi di pandemia in cui nessuno si è risparmiato.
E invece no.
Aziende come quelle appartenenti al Gruppo Euronext – Borsa Italiana che, mentre dichiarano di puntare ad una crescita significativa soprattutto in Italia, chiedono di rivedere al ribasso il contratto integrativo.
UBS che dichiara 70 esuberi, di cui ben 60 a Milano, solo perché alcune figure sono semplicemente ritenute non più necessarie e non perché l’azienda sia in difficoltà. Questo comporta che chi resta vede aggravare i propri carichi di lavoro già pesanti. Una prospettiva lontana dalle dichiarazioni di valorizzazione del “capitale umano”.
Nel Gruppo UniCredit si parla della possibile cessione del ramo Leasing perché, sì è in utile ma, insomma, non abbastanza e BNL, per lo stesso motivo, esternalizza 850 persone.
A Milano, dove tutte queste aziende sono presenti, sono a rischio centinaia di posti di lavoro.
Ci chiediamo: che ne è della responsabilità sociale ventilata da queste aziende se non riescono ad essere responsabili nemmeno nei confronti dei dipendenti, coloro che contribuiscono con il loro lavoro al successo del business?
Nel momento in cui c’era da fare sacrifici, i lavoratori responsabilmente hanno fatto la loro parte.
Adesso si chiede ancora una volta di sacrificarsi ma questa volta non in nome dei bilanci da risanare bensì dell’ingordigia da utile stellare e, guarda caso, sempre e solo a discapito dei lavoratori.
First Cisl ha una visione diametralmente opposta.
È il momento, invece, di redistribuire e di restituire ai lavoratori gli utili che hanno contribuito a produrre”.

Comunicazione First Cisl

(fonte Maddalena Acquaviti, restituire ai lavoratori gli utili che hanno contribuito a produrre – FIRST Milano metropoli (firstcisl.it))