Educazione assicurativa, Colombani: una priorità assoluta per affrontare cambiamento climatico e invecchiamento della popolazione

Il ruolo delle assicurazioni è destinato a divenire sempre più centrale per lo sviluppo del Paese, ma l’Italia deve fare i conti con una cronica carenza di competenze da parte delle persone, un problema che va affrontato con urgenza se si vuole uscire dalla condizione di sottoassicurazione che ci vede agli ultimi posti in Europa e solo al 24° posto tra i Paesi Ocse. Questo il messaggio lanciato dal segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, intervenendo al convegno Assicurazioni e donne: differenze di genere tra competenze e carriere, evento che si è svolto a Milano presso l’Università Bicocca e che ha visto la Fondazione Fiba tra gli organizzatori.

“L’educazione assicurativa, così come l’educazione previdenziale, è fondamentale e non può essere considerata come una semplice variante dell’educazione finanziaria – ha spiegato – Il legislatore è intervenuto in modo lungimirante istituendo il Comitato per il coordinamento e la programmazione delle attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. È però cruciale che l’industria assicurativa maturi la convinzione di lavorare al miglioramento delle competenze di persone e imprese, soprattutto con riferimento ai rami danni. Non a caso, la Dichiarazione Ocse del 2005 sull’educazione finanziaria, presa a riferimento dal Decreto-legge 237/2016, cosiddetto Salva Risparmio, che ha disciplinato la materia, chiama gli intermediari in causa per assolvere il loro delicato e decisivo compito attraverso consigli oggettivi”. Servono pertanto modelli di servizio non condizionati esclusivamente dai benefici economici immediati per gli intermediari.

È sotto gli occhi di tutti, ha ricordato Colombani, che la sottoassicurazione si sta trasformando, a causa degli eventi estremi provocati dal cambiamento climatico, in un problema umano, economico e sociale drammatico. “Per le fasce meno abbienti della popolazione la casa è l’unico patrimonio. L’Italia è esposta più degli altri Paesi europei ai rischi derivanti da terremoti, alluvioni, inondazioni. Il governo si è già mosso introducendo l’obbligo per le imprese di sottoscrivere polizze catastrofali. Tuttavia è indispensabile aprire una riflessione e avviare un processo culturale che vada verso la copertura dei rischi che riguardano la proprietà immobiliare, pur escludendo a priori che questo si trasformi in “un’imposta patrimoniale”. Si tratta certo di una questione complessa, nella quale rientrano “l’insufficienza della prevenzione e la penuria di risorse pubbliche”, ma non bisogna dimenticare, ha ribadito Colombani, che “solo il 6% delle abitazioni in Italia è coperto dai rischi catastrofali”.

Al contempo, è opportuno agire anche sul grande tema dell’invecchiamento della popolazione e della necessità di assicurare i rischi che ne conseguono: “Siamo già oggi il paese di gran lunga più vecchio d’Europa: l’indice di vecchiaia è arrivato al 193,6% nel 2023. Significa che ci sono 193-194 persone sopra 65 anni ogni cento giovani sotto 15 anni. Per tanti anziani, che non sono autosufficienti, e per i caregiver si tratta evidentemente di un peso sempre più difficile da sopportare da soli”. Problemi che vanno a sommarsi ai profondi cambiamenti che investono l’industria assicurativa, sempre più sospinta dalla regolazione europea, che favorisce l’acquisizione delle compagnie da parte di conglomerati finanziari, a matrice bancaria. Un modello, quella della banca assicurazione, che privilegia nettamente la vendita di polizze Vita rispetto ai contratti dei rami Danni, che “in Italia sommano premi che valgono appena l’1,8% del Pil”, a dimostrazione che la sottoassicurazione è un’emergenza nazionale.

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