Desertificazione bancaria ad Alessandria e Asti, First Cisl: popolazione anziana e piccole imprese hanno bisogno di luoghi fisici e rapporti umani

«Banche decimate in provincia: senza filiali il 75,9% dei comuni. In 142 paesi dell’Alessandrino non è rimasto aperto neppure uno sportello. Le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme»; così titola Il Secolo XIX nel servizio sulla desertificazione bancaria nella provincia di Alessandria a cura di Massimo Delfino a partire dai dati dell’ultimo aggiornamento trimestrale dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl. Gli fa eco, a cura dello stesso giornalista, La Stampa che apre con il seguente titolo: «Sportelli bancari ormai rarefatti. Senza banca 142 paesi in provincia e fra i dipendenti c’è chi “scappa”. Dalla Cisl dati che aprono scenari preoccupanti sul servizio alla popolazione e sulle prospettive per il personale».

“Sono lontani i tempi della Cassa di Risparmio di Alessandria o della Cr Tortona – apre il giornalista su entrambe le testate – nessuna banca locale è rimasta sul territorio provinciale, fusioni a raffica hanno impoverito l’offerta e causato drastiche riduzioni di personale”. Il quotidiano elenca quindi i numeri della desertificazione bancaria nella provincia: “Alla data del 30 giugno, i comuni con più di un istituto attivo erano appena 45, quelli con una sola banca 31 e quelli sprovvisti del servizio addirittura 142, con una percentuale del 75,9% che è fra le più alte in Italia. In provincia, quasi centomila abitanti (per l’esattezza 99.758, poco più della popolazione del capoluogo) non dispongono di uno sportello e il problema, che in passato era circoscritto a località molto piccole, ora interessa comuni di una certa rilevanza”. “Un declino che pare inarrestabile – sottolinea – e non c’è solo il danno all’utenza, in particolare agli anziani. Anche la professione del bancario, prima molto ambita, ora non attira perché, a uno stipendio pressoché invariato, corrisponde una mole di lavoro enorme, fonte di stress e di voglia di fuggire”.

L’articolo riporta le considerazioni del segretario generale First Cisl Riccardo Colombani emerse durante la recente riunione del Consiglio macroregionale First Cisl Piemonte Valle D’Aosta, svoltasi proprio nella sede di Alessandria, che “ha fatto emergere dati allarmanti sugli istituti di credito, «divenuti sempre più aziende che devono dare dividendi agli azionisti piuttosto che servizi alla popolazione» ed ha parlato della delicata fase di relazioni sindacali con i vertici delle banche: «Noi chiediamo che, dopo i cospicui tagli, adesso per ogni uscita di un dipendente in una filiale locale corrisponda un’entrata; porteremmo volentieri a casa un 4 su 5 o un 3 su 4 ma non meno», ha rimarcato Colombani”.

La desertificazione bancaria avanza anche nella provincia di Asti ed al fenomeno dedica un ampio dossier la giornalista Roberta Favrin sull’edizione astigiana de La Stampa, titolando: «Deserto bancario. Provincia “sbancata”. Nell’Astigiano avanza la desertificazione degli sportelli: in 69 comuni non ci sono più istituti di credito. L’allarme della Cisl: “Abbiamo una popolazione anziana che ha bisogno di luoghi fisici e figure di riferimento”».

L’articolo evidenzia che “nella graduatoria che considera la desertificazione parziale delle provincie (calcolata sul numero dei comuni con un solo sportello) Asti si posiziona al 97° posto e all’ultimo tra le province piemontesi. Guardando invece all’indice di desertificazione totale (riferita ai comuni totalmente privi di sportelli bancari, ndr), Asti è al terzo posto in Piemonte (dopo Cuneo e Torino) e al 83° in Italia”. “I comuni astigiani senza cassaforte – prosegue Favrin – sono 69 e coprono il 38,6% del territorio provinciale, hanno più di 32mila residenti (15,7% del totale) e 2.060 imprese”. “Anche operazioni essenziali come il prelievo di contanti – sottolinea – possono diventare un problema. I bancomat tra Asti e provincia erano 175 nel 2017 mentre a fine 2021 erano scesi a 161; nel 2022 si è registrata una lieve inversione di tendenza con 169 punti censiti da Banca d’Italia, a fine dello scorso anno erano 165”.

“Siamo impegnati a combattere la desertificazione perché siamo convinti che le banche ricoprano un importante ruolo sociale – commenta Patrizia Robotti, neo segretaria First Cisl Alessandria Asti – la transizione digitale è un passaggio epocale ma richiede tempi più lunghi di quanto non si immagini perché non tutte le fasce di popolazione sono pronte a questo salto. Abbiamo una popolazione anziana che ha bisogno di luoghi fisici in cui trovare figure di riferimento che assicurino un approccio umano oltre professionale, lo stesso vale per tante piccole imprese che sono l’ossatura della nostra economia”. “Per fortuna esistono le piccole e medie banche, come la Banca di Asti o le banche di credito cooperativo – conclude Robotti – che a differenza dei grandi gruppi, continuano a presidiare i nostri territori garantendo servizi anche nelle realtà più piccole. E in questo purtroppo constatiamo una grande differenza rispetto all’Alessandrino che non ha più una banca locale”.


Qui il report nazionale con le tabelle esplicative

Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Piemonte

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba