Il diritto alla socialità nel lavoro digitale. Il working paper di First Cisl per Adapt

Il diritto alla socialità nel lavoro digitale. Quale futuro per le relazioni industriali nell’era dell’‘as individual’?” è il titolo del nuovo working paper elaborato per Adapt – l’Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali – a cura dal responsabile del Dipartimento giuridico della Fondazione Fiba, Domenico Iodice.

La trasformazione digitale ha travolto i preesistenti modelli di organizzazione delle imprese, confermando una tendenza, da tempo in atto, che risponde al paradigma della individualizzazione del rapporto di lavoro. Tale paradigma si propone come nuova semantica del modello di sostenibilità economica del lavoro. Il lavoro umano non si può risolvere, tuttavia, nella performance individuale, oggi oggetto di una ossessiva ricerca di eccellenza e di nuovi strumenti di misurazione, ma postula una incoercibile dimensione personale, sociale e relazionale, che deve essere garantita anche nel lavoro remotizzato. I beni relazionali non costituiscono per l’impresa una esternalità negativa ma hanno un valore economico, che tuttavia la “grande trasformazione” non riesce ancora ad intercettare. L’esigenza di reintermediare la rappresentanza di tali interessi collettivi è la ragione di questo approfondimento.

Tra i punti chiave del paper:

  • Il diritto “al” lavoro nella Costituzione repubblicana (articolo 4), garantisce anche il diritto della persona “nella” comunità di lavoro, cioè la vita di relazione.
  • Gli articoli. 9 e 11 della Legge 300/1970 garantiscono i diritti delle rappresentanze dei lavoratori a salvaguardare la socialità non solo nel lavoro analogico, ma anche in quello digitale.
  • È possibile realizzare la dimensione sociale del lavoro mediante nuove formule di contestualità produttiva, da ricercare anche nel lavoro remotizzato.
  • Occorre definire spazi di non tracciabilità della comunicazione interpersonale negli ambienti (fisici e virtuali) di lavoro. In base al Gdpr, il trattamento dei dati deve essere minimizzato. I limiti organizzativi agli eccessi di controllo sono condizioni necessarie di benessere collettivo e di clima.

Occorre dunque individuare presidi del “diritto alla socialità” anche nel lavoro remotizzato, dilatando gli ambiti attuali della contrattazione collettiva. Quest’ultima può garantire spazi di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. La costruzione di un’organizzazione del lavoro condivisa con le rappresentanze sindacali, fatta “di” persone e “per” le persone, è il vero argine alla deriva destrutturante del rapporto di lavoro dettata dall’apparente e deterministica oggettività della gestione algoritmica. Privacy, benessere personale e organizzativo, vita e spazi di relazione “dentro” la comunità di lavoro, sono indicatori della sostenibilità sociale di un’impresa e dell’efficacia del suo sistema di relazioni industriali.

 

Qui il working paper della Fondazione Fiba di First Cisl per Adapt “Il diritto alla socialità nel lavoro digitale. Quale futuro per le relazioni industriali nell’era dell’‘as individual’?”

Qui tutte le pubblicazioni della Fondazione Fiba di First Cisl