Conoscere gli algoritmi per contrattare un’organizzazione del lavoro trasparente: le nuove frontiere delle relazioni industriali

L’utilizzo della tecnologia digitale sta rivoluzionando i modelli organizzativi delle imprese, che sempre più si affidano al lavoro da remoto ed a sistemi pervasivi (e invasivi) di gestione, monitoraggio e controllo della performance, nella ossessiva ricerca di massima efficienza e riduzione dei costi. L’intera organizzazione del lavoro è sottoposta a profondi cambiamenti, affidati ad algoritmi gestionali, i cui criteri, dati e risultati non sono stati finora oggetto di conoscenza né delle lavoratrici e dei lavoratori né dei sindacati.

I dati che alimentano i sistemi informatizzati, così come le flessibilità dei tempi e degli spazi di lavoro, sono tendenzialmente gestiti direttamente dalle aziende nella relazione diretta coi singoli dipendenti, e la mancanza di informazioni sindacali e di riconosciuti spazi di contrattazione collettiva rischia di determinare la disintermediazione sindacale della disciplina del rapporto di lavoro. In risposta alla accentuata individualizzazione del rapporto, il legislatore del decreto legislativo 104/2022 ha ampliato gli obblighi informativi relativi al rapporto di lavoro, recependo in ciò i dettami comunitari contenuti nella cosiddetta “direttiva Trasparenza”.

Per il sindacato si tratta quindi di valorizzare quei pochi punti del decreto che, ampliando i diritti di informazione sindacale, aprono potenziali spazi di contrattazione collettiva.

Non mancano neppure tra i giuslavoristi opinioni critiche sull’operato del legislatore nazionale, come quella di Giampiero Falasca che, intervenendo durante la terza giornata della riunione organizzata da First Cisl sulle “linee guida della contrattazione”, ha evidenziato i limiti dell’impianto del decreto.

Per Falasca, infatti, la normativa in questione soffre di un approccio “molto burocratico” al tema dei diritti alla trasparenza ed all’informazione dei lavoratori: il formalismo, a suo avviso, ha prevalso sulla tutela sostanziale.

Per quanto riguarda i sistemi informatizzati c’è invece un importante riconoscimento di diritti di informativa sindacale, insomma “un recupero della dimensione collettiva”, ha argomentato Falasca, evidenziando come il testo normativo preveda una disclosure conoscitiva a favore del sindacato. Manca invece il conseguente diritto a “contrattare l’algoritmo”: non è un aspetto semplice da regolare, ma sicuramente bisogna affrontare il tema, per capire come garantire la tutela effettiva delle persone.

Sull’implementazione di spazi vitali di contrattazione collettiva nell’organizzazione del lavoro insiste Domenico Iodice (responsabile di C.A.First, il settore che coordina le politiche contrattuali di First Cisl), in un working paper pubblicato di recente da Adapt (WP n. 1/2023). Iodice sostiene infatti che la mancanza di un “diritto a contrattare l’algoritmo” va compensata utilizzando al meglio le “leve del decreto 104”, a cominciare proprio dal diritto all’informazione, incontestabilmente riconosciuto ai sindacati, al fine di costruire “le condizioni e gli strumenti giuridici per rafforzare l’area e l’efficacia della contrattazione collettiva”.

Si tratta di suggerimenti e spunti di cui, ha sottolineato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, bisognerà tenere conto nel definire le politiche contrattuali. Colombani, che ha chiuso i lavori con il suo intervento, ha ricordato come le sanzioni a carico delle aziende previste dal decreto trasparenza (n. 104/2022) si combinano con quelle richiamate dal decreto sulla responsabilità amministrativa degli enti (n. 231/2001). “Questa legge, pur così avanzata per l’epoca in cui è stata approvata, contiene però al suo interno una via di fuga per le imprese:  l’autoasseverazione dei modelli organizzativi, gestionali e di controllo, che “ha consentito alle aziende di scaricare le responsabilità organizzative su chi lavora, con contestazioni disciplinari a ciclostile”. Una prassi che rischia di proseguire oggi “attraverso algoritmi capaci di esercitare persino l’azione disciplinare”.

“È di fondamentale importanza”, ha concluso Colombani, “che First Cisl con la sua visione ampia dei problemi punti a modificare l’attuale situazione attraverso indirizzi di politica sindacale innovativi e relazioni industriali aperte, in grado di ricondurre le nuove tecnologie nell’alveo della contrattazione collettiva”.

 

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