Sindacati su CheBanca, azienda insensibile: bilancio economico e risultati positivi ma no a contributo straordinario per i dipendenti

“I risultati economici di CheBanca! propagandati dal Gruppo Mediobanca sono in palese contrasto con il comportamento tenuto dai vertici di tale società”; lo scrivono in un comunicato unitario i Coordinamenti nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca. La nota riporta i dati del bilancio 2021/2022 e della trimestrale 2022.

“CheBanca! ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2022 con ricavi in aumento del 9,8% a 393 milioni di euro, grazie soprattutto alle commissioni che continuano a crescere significativamente del 22,3% (126,6 milioni di euro a 154,8 milioni di euro), con particolare riguardo alla quota di gestito (+ 25,7%) nella sua componente ricorrente (+ 30,1%). Il margine di interesse a sua volta cresce del 3,1% (da 229,3 milioni di euro a 236,4 milioni di euro). L’utile netto è stato in crescita del 26,5% a 62 milioni di euro”.

Per quel che riguarda la trimestrale le organizzazioni sindacali fanno notare che “nonostante le turbolenze che hanno caratterizzato il mercato negli ultimi mesi, CheBanca! chiude l’esercizio con ottimi risultati commerciali ed una significativa crescita di masse, ricavi ed utile netto, confermando l’efficacia e la resilienza del modello di business: masse totali in crescita a 33,9 miliardi (+ 4,2% a/a2 ); depositi a 17,4 miliardi (+ 3,1% a/a); impieghi in crescita a 11,4 miliardi (+ 2,7% a/a; + 1,0% nel trimestre) t/t); utile netto in crescita del 26,5% a 62 milioni”.

Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca affermano che “questi risultati facevano ben sperare in un comportamento totalmente differente da quello tenuto dal Gruppo Mediobanca e da CheBanca! nei confronti dei propri lavoratori. Per mitigare gli effetti negativi dell’inflazione sui bilanci delle famiglie dei lavoratori di CheBanca, le scriventi organizzazioni sindacali, sfruttando le opportunità rivenienti dal decreto-legge Aiuti-quater, hanno chiesto a favore delle lavoratrici e dei lavoratori di CheBanca! un contributo straordinario erogato come fringe benefits. CheBanca, contrariamente a quanto fatto dalle principali banche italiane (Banca Intesa bonus caro vita 1.000 euro, Unicredit 800 euro bonus inflazione), dai gruppi bancari ed anche da piccole e medie aziende, indifferente nei confronti dei propri lavoratori ha rigettato la richiesta sindacale adducendo ad una decisione presa dal Gruppo Mediobanca”.

“A questo punto – conclude la nota sindacale unitaria – ci chiediamo se i risultati economici sbandierati nascondono una sofferenza economica ovvero si cerca di rappresentare una rigidità nelle politiche retributive degli impiegati per nascondere l’oltremodo generosa gestione nei confronti dei manager apicali (leggi il 16% di aumento degli emolumenti della retribuzione variabile di Nagel o i 700mila euro riconosciuti a Pagliaro per “ferie non godute”, o i 3 vicedirettori di CheBanca! e l’ormai infinita serie di dirigenti). È chiaro che il rifiuto alla richiesta sindacale vuole marcare una netta presa di distanza ed una palese indifferenza nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che, con il loro lavoro, hanno permesso, anche in momenti difficili come quelli segnati dalla pandemia, a CheBanca! ed al Gruppo Mediobanca di raggiungere risultati da record. Una cosa è certa: con siffatti comportamenti i risultati economici, se veri, non potranno continuare”.

 

Il comunicato unitario dei Coordinamenti nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca

 

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