CheBanca, quando essere dipendenti non è un valore aggiunto

Di seguito il comunicato unitario delle Rappresentanze sindacali aziendali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin:

“Quando essere dipendenti non è un valore aggiunto: quando si dice alzare la visione”

In quasi tutte le aziende i prodotti e/o servizi creati e/o resi dai propri dipendenti vengono a loro offerti a condizioni agevolate. Chi lavora in una fabbrica di automobili ha la possibilità di comprare l’auto prodotta a condizioni agevolate, chi lavora in una boutique ha sconti sui capi venduti, chi lavora in banca ha la possibilità di avere dei mutui, dei fidi a tassi agevolati.

Questo vale per tutte le Aziende tranne che per CheBanca! dove i dipendenti sono trattati peggio dei clienti.

Infatti, nella giornata di ieri si è tenuto un incontro sindacale nel quale ci sono state comunicate, o per meglio dire imposte, le condizioni del fido dipendenti definite unilateralmente dall’azienda.

Quanto sopra chiude il cerchio rispetto al complessivo pacchetto di “agevolazioni” per i dipendenti di CheBanca!. Pacchetto che, stante le condizioni attuali di mercato, non rappresenta di certo una best practice bensì un punto di partenza molto distante dall’obiettivo che ci siamo posti.

Pertanto, abbiamo chiesto nuovamente, come già fatto nel precedente incontro, di riconsiderare il complessivo impianto di “agevolazioni” intervenendo tramite una riduzione degli spread applicati ai mutui (concessi e in fase di concessione), ai prestiti e al neonato fido che, per inemendabile decisione aziendale, partirà con un “conveniente” (per CheBanca!) spread al 3,50%.

La risposta aziendale è stata, per esemplificare, un semplice ma deciso “non siamo interessati, i dipendenti non devono indebitarsi, se uno cerca condizioni migliori può anche rivolgersi all’esterno, il benessere dei dipendenti non passa tramite queste iniziative, ecc”. Avremmo altre perle ma preferiamo fermarci qui.

Crediamo che ogni commento si possa considerare superfluo.

Le relazioni industriali fra azienda e sindacato non possono essere caratterizzate dalla chiusura totale del confronto e del negoziato quando si trattano argomenti che impattano sul welfare dei lavoratori.

Le scriventi organizzazioni sindacali ritengono di aver fatto in questi anni tutto il possibile per cercare un confronto costruttivo e responsabile che non può ridursi ad un do ut des.

A questo punto la domanda sorge spontanea: il Gruppo Mediobanca quali iniziative ritiene siano alla base del benessere dei dipendenti? Onestamente non lo abbiamo capito nonostante i vari videomessaggi, le varie edizioni del giornalino interno, ecc.

Indubbiamente terremo conto dell’atteggiamento di quest’oggi per definire le successive relazioni industriali che non possono essere a senso unico.

Milano, 21 settembre 2022

Le Rappresentanze sindacali aziendali
Fabi   –   First Cisl   –   Fisac Cgil   –   Uilca   –   Unisin


Il comunicato unitario delle Rappresentanze sindacali aziendali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin