Decreto Aiuti bis e quater. L’approfondimento First Cisl

Il Decreto Aiuti-bis aveva disposto per il solo anno 2022 la modifica dell’articolo 51, comma 3, del Tuir (il Testo unico delle imposte sui redditi) per includere tra i fringe benefit concessi a lavoratrici e lavoratori anche le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche (acqua, luce, gas). Inoltre innalzava il limite massimo di non concorrenza al reddito da euro 258,23 a euro 600.

Il decreto Aiuti-quater, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 novembre (al momento non ancora pubblicato), innalza per l’anno 2022 il tetto dell’esenzione fiscale dei fringe benefit fino a euro 3.000.

Tra i beni e servizi che sono soggetti al limite di esenzione di euro 258,23 (innalzato prima a euro 600 e ora a euro 3.000) rientrano già da tempo, a titolo di esempio, auto aziendali, smartphone, personal computer o mutui, prestiti e linee di credito a tasso agevolato e polizze assicurative. Rientrano nella nozione di reddito di lavoro dipendente anche i beni ceduti e i servizi prestati al coniuge della lavoratrice o del lavoratore.

Sulla normativa fiscale applicata a questi benefit rimangono ancora delle criticità che a questo punto sono molto ridimensionate per l’anno in corso, in quanto il limite è stato aumentato a euro 3.000. Tuttavia, in vista del prossimo anno, è necessario intraprendere adeguati approfondimenti.

Tra i punti di criticità sulla norma, in particolare per il settore del credito, vi è l’assoggettamento a tassazione degli importi superiori al predetto limite di 3.000 euro, in particolare la differenza positiva tra il tasso di riferimento Bce, fissato dal 2 novembre al 2%, ed il tasso su mutui, prestiti e linee di credito offerti ai dipendenti a condizioni agevolate, in particolar modo per quelli a tasso fisso. La differenza positiva tra i due tassi diventa così imponibile fiscale e contributivo.

Il rialzo dei tassi produce quindi situazioni di maggior favore per i dipendenti ed incremento di per sé la quantità di benefit defiscalizzati. Le eventuali somme messe a disposizione dalle aziende per il caro bollette potrebbero essere poco convenienti se facessero superare il limite e quindi portare tutti i benefit nell’imponibile fiscale e contributivo.

La Cisl, che aveva fortemente rivendicato la variazione della norma, anche nell’incontro con il Governo dello scorso 9 novembre, auspica però che lo stesso si impegni a darne stabilità per il futuro condizionandola all’esercizio contrattuale.

Occorre proseguire nell’individuazione di alcune correzioni nella regolamentazione fiscale sia per il meccanismo di individuazione del benefit sui tassi di mutui, prestiti e linee di credito sia per l’imposizione su tutto l’importo dei benefit in caso di superamento del limite.

First Cisl si farà parte attiva in tal senso. In data odierna i Segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin hanno chiesto un incontro con Abi per esaminare le conseguenti ricadute su lavoratrici e lavoratori.

 

Qui l’approfondimento First Cisl su Decreto Aiuti-bis e Decreto Aiuti-quater