Colombani alla stampa: su Mps basta speculazioni. Alla desertificazione opporre la biodiversità bancaria

Riflettori nuovamente puntati sulla Banca Monte dei Paschi di Siena. Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, è intervenuto sull’istituto senese dichiarando che «non è piacevole assistere a chiari tentativi speculativi sul mercato di deprimere la capitalizzazione di Mps per sabotare l’aumento di capitale». Il leader dei bancari della Cisl ha affrontato il tema Mps nel corso del convegno sulla desertificazione bancaria organizzato a Firenze da First Cisl Toscana.

Le considerazioni di Riccardo Colombani non sono passate inosservate. Il Tirreno ha titolato così un articolo firmato dal giornalista Cristiano Pellegrini: “Su Mps sono in corso speculazioni per sabotare l’aumento di capitale”. Netta anche l’impostazione di Agenziaimprese.it che scrive “Mps, l’affondo di Colombani (First Cisl): «Basta speculazioni sull’aumento. Il Governo trovi investitori istituzionali”.  T24.it inserisce invece nel suo titolo il freddo dato della diminuzione degli affidamenti: “Credito alle imprese, in dieci anni il 18% in meno”. Anche per La Nazione sono significativi gli effetti della desertificazione bancaria, rilanciati dal report elaborato da First Cisl su dati di Bankitalia. “Sportelli bancari, il crollo: solo 21.000” è il titolo del servizio della giornalista Barbara Berti.

Sugli organi di stampa convivono e s’incrociano i temi dell’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena e della riorganizzazione del settore bancario che su scala nazionale registra il costante ridimensionamento del numero di filiali bancarie. Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani ha voluto alzare il livello di attenzione sulle vicende della banca più antica del mondo. «Dobbiamo far leva su tutti gli investitori istituzionali affinché il piano industriale e il piano di ricapitalizzazione abbiano successo» ha detto Colombani ad Agenziaimprese.it che ha poi rivolto un appello al Mef perché raccolga «in modo particolare le fondazioni di origine bancaria toscane e non toscane».

Il ragionamento del massimo esponente dei bancari cislini prosegue sulle colonne de La Nazione: «Crediamo nella possibilità di rilancio fattivo del Monte dei Paschi, perché la banca è stata alleggerita di tutti i crediti deteriorati e oggi si presenta in condizioni ottimali, solo che deve essere opportunamente ricapitalizzata. Non è piacevole assistere a chiari tentativi di deprimere la capitalizzazione di Mps per sabotare l’aumento di capitale. La Commissione Ue, autorizzando la revisione degli impegni, ha incentivato la fusione con un’altra banca, cui seguirebbero nuovi tagli alle filiali, mentre ha penalizzato l’ipotesi stand alone». “Le autorità europee, ma anche lo stato italiano «caldeggiando la concentrazione del settore» contribuiscono alla desertificazione bancaria”.

La notazione di Riccardo Colombani ripropone i problemi connessi al ridisegno della presenza fisica di sportelli da parte degli istituti bancari. T24.it ha riportato ampi stralci dell’analisi di First Cisl presentata alla tavola rotonda svoltasi all’Hotel Hilton Metropole di Firenze lo scorso 7 ottobre.

“Nel decennio 2011-2021 – scrive il sito d’informazione economica – l’erogazione di credito da parte del sistema bancario alle imprese della Toscana è calata del 18% in termini di volumi, contro il – 7,9% registrato a livello nazionale (…) la flessione è stata più pesante per le imprese con meno di 20 dipendenti: le somme erogate si sono ridotte del 29,6% nell’arco di dieci anni. In parallelo, secondo il rapporto del sindacato,  gli sportelli bancari in Toscana nel solo 2021 sono calati dell’8,4% (Italia – 7,8%), proseguendo il trend negativo dell’ultimo decennio (- 36,2%). Prato è stata la provincia più penalizzata, con un – 31,4% nel solo quinquennio 2017-2021, a fronte di una media toscana del – 22,2% e italiana del – 20,9%. Oltre l’11% degli sportelli ancora presenti in Toscana, peraltro, sono senza direttore o con direttore condiviso, e per un altro 2% sono ad apertura limitata ad alcuni giorni della settimana”.

Come riporta ancora T24.it “Queste tendenze, secondo First Cisl, fanno sì «che il nostro tessuto produttivo sia sempre meno supportato dalle banche: sia in termini quantitativi, perché le banche preferiscono rivolgersi ai privati per un miglior rapporto rischio-rendimento, sia qualitativi, perché le banche cercano di trasformare i gestori Small business in ‘commerciali puri’, a discapito della professionalità che tali figure hanno e di una migliore gestione finanziaria delle nostre aziende».

La chiusura delle filiali bancarie arreca gravi disagi agli “anziani non abituati all’uso degli strumenti digitali. Dai 65 a 74 anni solamente il 24% della popolazione italiana utilizza l’Internet banking contro il 52% dei francesi, e nella fascia oltre 75 anni solo il 6% utilizza i servizi bancari digitali contro l’82% dei norvegesi”.

A T24.it «la tendenza alla riduzione del numero delle banche – ha spiegato Riccardo Colombani, segretario generale nazionale della First Cisl – ha determinato che le 5 big del sistema bancario rappresentino oltre il 50% del sistema stesso, e quindi la desertificazione dei territori da parte delle banche deriva proprio da questo motivo preciso. Sicuramente dobbiamo fare in modo che questo dogma della concentrazione del sistema venga definitivamente accantonato. Noi puntiamo alla biodiversità bancaria, che vuol dire quindi banche di più dimensioni, valorizzazione delle banche piccole e delle banche medie, a prescindere della matrice del capitale, che siano cooperative o non cooperative, perché nel tempo hanno dimostrato di poter rimanere presenti sul territorio».