Conquiste del lavoro: Pnrr e legalità sono una sfida da cogliere per rilanciare il paese

“Pnrr e legalità, una sfida per rilanciare il paese”, questo il titolo dell’articolo del giornalista Carlo D’Onofrio pubblicato su Conquiste del lavoro e dedicato al convegno sul tema organizzato da First Cisl e Fondazione Fiba in collaborazione con il comune di Castellabate. “Un’occasione da non perdere – si legge sul quotidiano romano – una sfida da vincere: questo rappresenta per l’Italia il Pnrr. Il piano messo a punto dal governo Draghi può dare la spinta che serve ad un’economia che, per la verità, arrancava già prima della pandemia. Ma per centrare i suoi obiettivi c’è bisogno del contributo determinante delle amministrazioni pubbliche, chiamate ad elaborare progetti ed a monitorarne la realizzazione. Un compito reso difficile dall’esigenza di garantire, da un lato, efficienza e tempestività, dall’altro di assicurare che tutto si svolga nel quadro della legalità”.

Nel suo servizio Carlo D’Onofrio riporta le considerazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, intervenuto al convegno, per il quale «il Pnrr rappresenta per l’Italia una straordinaria occasione di sviluppo. Con il Next Generation Eu l’Europa si è lasciata alle spalle la stagione delle politiche di austerity e si è data finalmente una dimensione solidale. L’Italia è la prima beneficiaria dei fondi assegnati dall’Ue. E’ un’occasione ancora più grande per il Sud, al quale andranno il 40% delle risorse complessive». Come si legge su Conquiste del lavoro all’evento di Castellabate, dal titolo “Pnrr occasione di sviluppo: quali controlli e quale contributo della giustizia amministrativa?”, hanno partecipato “Domenico Manente, già avvocato Anac, Alfonso Graziano, consigliere del Tar del Lazio, Antonio Garofalo, rettore dell’università Parthenope di Napoli, Adriano Tortora, avvocato amministrativista, Marco Rizzo, sindaco di Castellabate”.

“Un progetto di modernizzazione così ambizioso – sottolinea nel suo servizio Carlo D’Onofrio – non può essere portato avanti solo dalla politica. Senza la partecipazione dei corpi intermedi, a cominciare dai sindacati, il Pnrr rischia di rivelarsi infatti uno splendido disegno, ma solo sulla carta”. «Il sindacato – ha osservato Riccardo Colombani – deve ricoprire un ruolo di primo piano nell’attuazione del Pnrr e delle politiche rivolte all’inclusione sociale, uno dei suoi assi strategici (…). Il metodo c’è: è la concertazione, che il governo Draghi ha riportato in auge e che ora va sviluppata in linea con il protocollo sottoscritto nel dicembre scorso da Cgil Cisl e Uil».

“Il ruolo del sindacato è fondamentale non solo sul terreno economico: anche la legalità, per non restare un principio astratto, ha bisogno della partecipazione. Ciò vale, ha spiegato Colombani, per «l’applicazione di strumenti come il whistleblowing e per la corretta applicazione della normativa antiriciclaggio. È necessario inoltre rivedere le norme sulla responsabilità amministrativa delle imprese, che oggi viene autocertificata. È ora invece che le responsabilità siano addossate a chi prende le decisioni, cioè agli amministratori, e non scaricate sui lavoratori. Per questo – ha proposto – l’unica cosa da fare è attribuire alle autorità competenti il compito di validare il modello organizzativo, gestionale e di controllo».

“Da parte sua – scrive ancora il giornalista Carlo D’Onofrio – il presidente del Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione ha sottolineato che il Pnrr rappresenta un’occasione storica per il rilancio del sistema-Paese. Ma ha anche avvertito che «l’attuazione delle riforme deve far tesoro dell’esperienza pandemica, affrontata dall’Europa e dall’Italia senza mai porre un aut aut tra sanità e diritti individuali, tra solidarietà e libertà». In questa prospettiva, ha continuato, la protezione dei dati ha ormai assunto un ruolo centrale nel processo riformatore, tracciando la direzione attorno alla quale «imprimere al Paese un’innovazione sostenibile anche in termini di diritti e libertà»”.

“Il Pnrr impone di ripensare la digitalizzazione della Pa secondo una regia unitaria. Il processo di innovazione può infatti determinare miglioramenti dell’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa ma, ha ammonito Stanzione, «anche notevoli rischi e disfunzionalità se non adeguatamente governato». Tra i rischi rientra ovviamente anche la corruzione. Per questo il ruolo dell’Anac, ha affermato Renato Catalano, segretario generale dell’Autorità nazionale anticorruzione,  è cruciale. «Gli investimenti pubblici devono fronteggiare la minaccia delle infiltrazioni criminali», contro le quali è necessario vigilare, ma altrettanto importante è l’opera di prevenzione. Come quella garantita dalla «banca dati nazionale sui contratti pubblici, un sistema che facilita il controllo preventivo e aumenta la trasparenza degli appalti pubblici».