Lavoro da remoto. First Cisl, il luogo in cui regolamentare i bisogni reciproci è la contrattazione collettiva

Sabato 11 giugno 2022 presso il Centro studi e formazione Cisl di Firenze, si è tenuto il convegno “Promuovere il benessere organizzativo nel lavoro da remoto e tramite piattaforma digitale”, nell’ambito del master “Valutazione, formazione e sviluppo delle risorse umane. Analisi organizzativa e interventi, prevenzione del rischio” organizzato dall’Università degli studi di Padova.

Sui profili giuslavoristici del lavoro da remoto e tramite piattaforma digitale sono intervenuti, Marco Lai, responsabile area giuslavoristica del Centro studi ricerca e formazione Cisl, Damiano Girardi, ricercatore t.d.B dell’Università di Padova, Stefano Bottino, direttore centrale Abi e responsabile direzione sindacale e del lavoro, Patrizia Ordasso, responsabile affari sindacali del gruppo Intesa Sanpaolo, Claudio Artati, formatore e ricercatore Ial nazionale e Domenico Iodice, responsabile del Coordinamento contrattazione aziendale di First Cisl.

Nel suo intervento Domenico Iodice ha posto l’accento sull’origine del diritto del lavoro, che “nasce da un presupposto, ovvero che ci sia una parte più forte e una parte più debole, due soggetti con una diseguale forza contrattuale” e quindi, basandosi su questo assunto, “il luogo della regolamentazione dei bisogni reciproci è la contrattazione collettiva”.

Entrando nello specifico del lavoro da remoto, in particolare come regolato dalla legge 81/2017, il legislatore ha “emanato una regolamentazione abbastanza precisa dei contenuti del rapporto individuale – spiega Iodice – e il contratto collettivo nazionale di settore ha demandato alle parti collettive aziendali la regolamentazione di dettaglio, per superare l’insidia di una deriva eccessiva nella contrattazione individuale”.

“Dobbiamo stabilire delle regole – ha continuato il responsabile di C.A. First – che garantiscano il diritto alla sede fisica e il diritto alla vita di relazione. Il luogo di lavoro è, infatti, anche un luogo di socialità che postula dei diritti individuali importanti”. Ecco che “il luogo di lavoro deve essere garantito non solo in termini di salute e sicurezza ma anche in termini di benessere”.

Domenico Iodice ha terminato l’intervento con una riflessione sulle generazioni più giovani: “In una organizzazione del lavoro già cambiata con la transizione digitale, quanta libertà di scelta c’è per un giovane a cui venga fatta direttamente la proposta di lavoro remotizzato? In pratica si tratta di un’opzione realmente volontaria o di una scelta del tipo “prendere o lasciare”, senza una reale alternativa? Bisogna quindi che quanto indicato dalla legge, ovvero la volontarietà di adesione, non sia una mera dichiarazione di principio ma una realtà e questo lo possono garantire solo le parti sociali, stabilendo le regole che devono essere travasate negli accordi individuali”.