Stampa rilancia considerazioni Colombani su strategia istituti. Banche brave con i bilanci, meno con il personale

La politica dei tagli, la riorganizzazione della rete con la costante chiusura delle filiali, l’interesse per gli azionisti che fa passare in secondo piano il ruolo sociale della banca. Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, continua a tenere vivo l’interesse su di una tendenza privilegiata da tanti piani d’impresa delle banche italiane.

Economy Magazine e Investire Today dedicano ampio spazio alle osservazioni di First Cisl.

“Brave con i bilanci, meno con il personale”, si legge sul sito di Economy Magazine. “La Cisl mette all’indice le banche e la loro attuale politica basata su più redditività e meno dipendenti” e indirizzata unicamente “a privilegiare l’interesse degli azionisti”. Durante il congresso di First Cisl Milano Metropoli “l’analisi nei confronti del mondo bancario italiano è stata impietosa. Ed è stato proprio il leader dei bancari della Cisl a considerare «non accettabile che le banche perseguano una maggiore redditività utilizzando la leva dei tagli al personale e alle filiali. La desertificazione bancaria colpisce le persone più fragili, soprattutto gli anziani, e i territori più svantaggiati (…) Quello della Bnl è un caso emblematico. Una banca che registra ottimi risultati di bilancio, migliori addirittura rispetto a quelli dei primi cinque gruppi italiani, si pone l’obiettivo di entrare tra le prime tre per redditività e per centrarlo è pronta ad espellere dal perimetro aziendale 836 lavoratori su circa 11mila e a chiudere 135 filiali su 705. Il suo disegno è quello di abbandonare il territorio per concentrarsi sulla gestione dei grandi patrimoni, per trasformarsi cioè in una boutique finanziaria. Di fronte a questa realtà la politica è chiamata ad intervenire per evitare che il profitto dell’azionista finisca per penalizzare il Paese».

Per “il numero uno di First Cisl – scrive Investire Today – ormai in tutto il sistema bancario italiano «la tendenza è quella di privilegiare l’interesse degli azionisti: i piani d’impresa lo dimostrano chiaramente. Quello appena presentato da Banco Bpm punta per il 2024 ad una redditività del patrimonio netto tangibile superiore al 9%, un obiettivo che, in un’epoca di tassi negativi, rischia di non rientrare in una cornice di sostenibilità sociale. La prossima settimana vedrà la luce il piano di Unicredit. Sappiamo che il digitale avrà un ruolo importante nella strategia del gruppo, ma all’ad Andrea Orcel – ha concluso  Colombani – diciamo che l’implementazione dei modelli di servizio incentrati sulle nuove tecnologie deve essere graduale. Al tempo stesso va garantita la crescita professionale dei lavoratori e delle loro competenze in un disegno organico di gestione condivisa prevista dal contratto nazionale attraverso la Cabina di regia»”.