Caricento in Credem, First Cisl dopo presidio protesta in aule tribunale. Rispettare lavoratori e territorio

A Cento il presidio delle organizzazioni sindacali a tutela dei dipendenti Caricento confluiti in Credem. La manifestazione si è svolta in piazza del Guercino richiamando l’attenzione della stampa. “Sindacati contro Credem. «Siamo stati scavalcati»” è il titolo de la Nuova Ferrara. L’edizione di Ferrara de Il Resto del Carlino titola “Caricento-Credem. La protesta  post fusione scende in piazza”. Estense.com scrive “Fusione Credem-Caricento, i sindacati: “Non resta che il tribunale”. La banca: “Nessun esubero o discriminazione”.

“Tornano a farsi sentire – scrive la Nuova Ferrara – i sindacati Fabi, Fisac Cgil, First Cisl e Unisin in merito alle nuove problematiche che stanno vivendo i dipendenti ex Caricento assorbiti nel corso dell’estate nel gruppo con sede a Reggio Emilia”. «Non è questo il modo di fare banca e di essere socialmente responsabili» dichiarano unitariamente le organizzazioni sindacali rimarcando alla giornalista Beatrice Barberini su la Nuova Ferrara il loro «no ai tagli degli stipendi e dei contributi pensionistici dei lavoratori ex Caricento decisi da Credem».

Sintetizza i motivi della protesta il segretario nazionale di First Cisl Mauro Fanan che a Estense.com dice «Credem parla di grande attenzione nei confronti di clienti e lavoratori, di impegno per il territorio, e poi per prima cosa taglia gli stipendi. Inammissibile che si facciano utili sulla pelle di lavoratori. Non è questo il modo di fare banca, né di essere socialmente responsabili, né di comportarsi con chi lavora. In proporzione sono stati tagliati solo gli stipendi delle fasce più basse, di chi lavora in filiale o uffici, non dei top manager. Ma anche i clienti riscontrano tantissime difficoltà».

Sull’edizione ferrarese de il Resto del Carlino Mauro Fanan completa il suo intervento dichiarando alla giornalista Laura Guerra che Credem «compra, taglia gli stipendi e ora dichiara il triplo dell’utile. Sono stati tagliati proporzionalmente di più gli stipendi delle fasce più basse e chiuderà filiali. Una protesta civile ma perché le istituzioni sentano e che si sappia cosa sta succedendo. Il percorso di protesta proseguirà anche nelle aule di tribunale perché i lavoratori e il territorio di Cento meritano rispetto».