Bnl, i sindacati bocciano il piano industriale: conti buoni non giustificano tagli a personale, esternalizzazioni e chiusure filiali

In Bnl “è arrivato il momento di mettere le carte in tavola”.  Lo scrive il giornalista Carlo D’Onofrio in un articolo pubblicato da Conquiste del lavoro dal titolo “Bnl: sindacati bocciano piano. No tagli e esternalizzazioni”.

Dopo settimane caratterizzate da proteste ed indiscrezioni “l’azienda – si legge sul quotidiano romano – si è incontrata con First Cisl, Fabi, Fisac, Uilca e Unisin ed ha esposto a grandi linee il piano industriale che ne orienterà la strategia fino al 2025. Nonostante il buon andamento dei conti, certificato dall’ultima trimestrale, la sforbiciata ai costi viene confermata, con l’esternalizzazione delle attività di It e back office e la chiusura di 135 filiali”.

I sindacati hanno definito preoccupante il piano industriale che fa pagare, ancora una volta, «ai dipendenti – scrivono in un comunicato unitario First Cisl e le altre organizzazioni sindacali – i prezzi più alti delle riorganizzazioni aziendali».

Il quotidiano riporta il punto di vista della rappresentanza sindacale che rimarca: «Come sindacato abbiamo espresso tutte le nostre valutazioni e perplessità rispetto ad alcune parti del piano, partendo della centralità delle risorse umane a cui si devono i risultati finora conseguiti sul mercato da Bnl».

“First Cisl, Fabi, Fisac, Uilca, Unisin (…) aggiungono: «Un piano Industriale che si rispetti, oltre che a rispondere a logiche industriali, deve essere coniugato con principi di sostenibilità declinati anche nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, riconoscendone valore e centralità».

“Aspetti – sottolinea Conquiste del lavoro – che è oggettivamente difficile ritrovare nella strategia illustrata dai vertici della banca. Per questo, proseguono i sindacati «ci siamo dichiarati fortemente contrari ad ipotesi di esternalizzazioni di attività e lavoratrici e lavoratori, poiché causano precarietà e prospettive professionali ed occupazionali incerte per i dipendenti coinvolti»”.

Altro fattore allarmante deriva dalla ventilata chiusura di un considerevole numeri di filiali che per First Cisl e le altre organizzazioni sindacali comporterà, come si legge sul quotidiano romano, «pericolose conseguenze in termini di mobilità professionale e territoriali nonché di abbandono dei territori (…) Per l’ennesima volta, si ripropone la solita ricetta che, con l’obiettivo di aumentare la redditività, ha come principale ingrediente il taglio del costo del personale».