Studio First Cisl su trimestrali banche, pandemia non fiacca i conti delle big five

Trimestrali e pandemia. L’ufficio studi di First Cisl passa in rassegna le ultime trimestrali di Intesa, Unicredit, Ubi, Banco Bpm e Banca Monte dei Paschi di Siena dalle quali si evince che il sistema creditizio italiano non è stato fiaccato dall’emergenza Coronavirus.

Economy Magazine e Start Magazine riprendono l’analisi cislina titolando rispettivamente “First Cisl: banche resilienti al Covid. Per ripartire più credito e lavoro” e “Intesa, Unicredit, Banco Bpm, Mps, ecco conti e confronti”. Per il sottotitolo di Investire Magazine i dati dello studio del sindacato “dimostrano la resilienza del settore a fronte del crollo delle attività produttive. Eppure diminuisce l’occupazione, con circa 5mila bancari in meno e una contrazione pronunciata dei costi del personale (- 2,6%)”.

“Il sistema bancario italiano regge l’urto della pandemia. A dimostrarlo – scrive Economy Magazine – sono i risultati di bilancio del terzo trimestre. I dati relativi ai principali gruppi del Paese (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm e Mps), secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi di First Cisl, confermano la resilienza del settore a fronte del crollo delle attività produttive”. “In questo quadro – evidenzia Economy Magazine – emerge la sostanziale tenuta dei ricavi operativi (- 5% rispetto allo stesso periodo del 2019). La flessione è ancor più contenuta se si guarda ai ricavi core (margine primario – 4,1%) , quelli originati dalle attività verso la clientela. Clientela che continua però a scontare i disagi dovuti alla chiusura di filiali (- 4,6%)”.

“In parallelo diminuisce anche l’occupazione: nel periodo considerato sono circa 5mila i bancari in meno. L’effetto sui conti è evidente – rimarca Start Magazine – con una contrazione pronunciata dei costi del personale (- 2,6%). Particolare rilievo assume il valore del cost/income, ora al 56,3%, dato nettamente inferiore a quello che si riscontra nei maggiori gruppi europei (61,3%). Il raggiungimento di un più elevato livello di produttività è testimoniato dal prodotto bancario pro capite, cresciuto del 2,5%, nonostante le eccezionali difficoltà operative e organizzative poste dalla crisi Covid-19”. Dalla ricerca emerge come migliori “la qualità del portafoglio crediti con l’ulteriore riduzione del peso dei crediti deteriorati netti (adesso al 3,2%). I rischi di credito sono stati coperti in via straordinaria con accantonamenti prudenziali per circa 3,5 miliardi di euro. Restano stabili i crediti a clientela (+ 0,3%)”.

Investire Magazine rilancia le considerazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani per il quale «ci troviamo in una situazione che richiede politiche creditizie anticicliche, imperniate su garanzie statali finalizzate ad un deciso incremento degli investimenti  per assicurare una solida e duratura ripresa dell’economia. È altresì necessario che le regole sulla gestione dei rischi di credito, calendar provisioning e nuova definizione di default, cambino per evitare un corto circuito tra banche e imprese. Occorre inoltre confermare la moratoria sui prestiti almeno fino al termine dell’emergenza».

Economy Magazine mette infine in evidenza come la ricerca dell’ufficio studi di First Cisl stia a certificare che in Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm e Mps, migliori “sensibilmente la patrimonializzazione con il CET1 ratio phased-in che passa dal 13,6% al 14,9%. Dati che portano Riccardo Colombani a concludere che «Sarebbe sbagliato eliminare il blocco dei dividendi – avverte Colombani – Meno patrimonio significa infatti meno credito, l’esatto contrario di quello di cui abbiamo bisogno. Per aumentare e gestire il credito verso la miriade di Pmi che costituisce il nostro tessuto imprenditoriale servono più lavoratori. Proseguire sulla strada dei tagli è quindi insensato: il trend occupazionale va invertito nell’interesse del Paese».

 

In allegato il comunicato con le tabelle esplicative