Riforma e tradizione del Credito Cooperativo, il documento First Cisl

Il decreto legislativo 14 febbraio 2016, n. 18, convertito con la legge 8 aprile 2016, n. 49, ha creato la base normativa di riferimento per la “riforma delle banche di credito cooperativo”. Il provvedimento si inserisce in un contesto che ancora riflette i dati macro-economici determinati dalla crisi sistemica iniziata nel 2007 e continuata fino al 2013. I successivi timidi segnali di ripresa proseguiti fino al 2019, che andavano accompagnando i primi passi della riforma, oggi si sono cancellati. 

A giugno 2020 le Bcc attive sul territorio nazionale – ricomprese nel Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, nel Gruppo Cassa Centrale Banca e in Cassa Centrale Raiffeisen – sono 254, 110 in meno rispetto ai dati riferiti al 31 dicembre 2015. Gli sportelli sono 4.224, 194 in meno con riferimento allo stesso periodo, su 2.628 Comuni, di cui in 650 quale unica presenza. Vi operano complessivamente circa 34.000 dipendenti, compresi i lavoratori del perimetro diretto delle Società di sistema (circa 5.000), in calo di 2.500 unità rispetto alla stessa data di riferimento. La raccolta complessiva è pari a circa 200 miliardi di euro, gli impieghi economici lordi sono pari a 129,6 miliardi di euro e il patrimonio (capitale e riserve) ammonta a 20,5 miliardi di euro. I soci delle Bcc sono 1.334.960, in aumento di 86.236 unità sui dati rilevati sempre al 31 dicembre 2015.

A seguito del recente rinnovato interesse nei confronti della riforma del credito cooperativo, First Cisl, con l’obiettivo di essere parte attiva nella discussione, ha predisposto un documento su “Riforma e tradizione del credito cooperativo”.

 

Qui il documento “Riforma e tradizione del credito cooperativo”