Studio First Cisl, come la riorganizzazione sta cambiando il lavoro nelle banche

“Tra fusioni ed esuberi in banca aumentano i quadri direttivi”. Avvenire sintetizza con questo titolo i dati pubblicati dall’Ufficio studi di First Cisl sulle ricadute che aggregazioni e fusioni hanno avuto nel mondo del settore bancario. “Banche, cambia l’occupazione: quadri e dirigenti pesano di più” titola invece Conquiste del lavoro che pubblica un articolo di Carlo D’Onofrio.

“Il cambiamento – scrive Avvenire – è dovuto al processo di ristrutturazione delle banche in corso da anni che ha modificato in profondità il perimetro occupazionale del settore e, al suo interno, il peso relativo dei diversi inquadramenti. In particolare cresce la percentuale dei quadri direttivi sul totale della popolazione bancaria. In dieci anni, dal 2008 al 2018, si è passati dal 36,9 al 41,5%. Il succedersi delle fusioni e delle crisi bancarie ha inciso anche sulla distribuzione geografica. Il numero di quadri direttivi presenti oggi nel Settentrione (Nordovest 43,5%, Nordest 41,2%) è significativamente superiore a quello delle altre aree del Paese (Centro 40,9%, Sud e Isole 39%). Muta anche la composizione di genere. Tra il 2008 e il 2018 le donne nella categoria quadri sono passate dal 25,4 al 31,1%”.

“I dati – evidenzia Carlo D’Onofrio su Conquiste del lavoro – sono contenuti nella presentazione svolta dall’Ufficio studi di First Cisl in occasione della riunione di Dirfirst, la struttura del sindacato dedicata a valorizzare le alte professionalità e i dirigenti. Il processo descritto si inserisce in una tendenza di generale invecchiamento della popolazione bancaria (l’età media è passata da 42,5 a 47 anni) , che riguarda anche quadri direttivi (da 46, 2 a 50) e dirigenti (da 49,9 a 52,3). Ciò si spiega con il numero troppo basso delle assunzioni, una deriva che va fermata per consentire che le banche svolgano il loro ruolo al servizio della clientela, nell’interesse del Paese”.

Sulle risultanze dell’Ufficio studi di First Cisl, il giornalista Carlo D’Onofrio rilancia le considerazioni di Riccardo Colombani: «Le dinamiche dell’occupazione all’interno del settore – spiega il leader dei bancari della Cisl – suggeriscono di adottare politiche sempre più mirate a tutelare quadri e dirigenti nell’esercizio delle loro responsabilità. Fondamentale sarà investire sulla formazione e sulla riqualificazione professionale. Oggi le banche devono mettere al centro della loro missione il credito, non agendo solo sulla leva delle commissioni. Solo tornando ad esercitare il proprio compito, così come prescrive la Costituzione, le banche si metteranno al servizio del Paese e otterranno risultati in un’ottica di sostenibilità sociale. Ma per far questo avranno bisogno di quadri e dirigenti professionalmente orientati all’esercizio del credito e al servizio di famiglie e imprese. Questo cambiamento migliorerà l’utilità percepita dai lavoratori riguardo alla propria funzione sociale. La tendenza ad aderire in gran numero agli accordi che consentono di uscire volontariamente prima dell’età pensionabile rappresenta un elemento sui cui riflettere. Per questo – conclude Colombani – pensiamo che sia necessaria una profonda revisione della cultura manageriale: il modello fordista basato sul controllo ossessivo deve lasciare il posto ad un modello fondato sulla fiducia».