Studio First Cisl, la Repubblica, digitale banche non equivale a taglio posti

Banche verso la completa digitalizzazione, sportelli e occupazione ridotti al minimo?”. Pone l’interrogativo La Repubblica che riprende la ricerca sul tema elaborato dall’ufficio studi di First Cisl. A firmare l’articolo è Rosaria Amato che rilancia le dichiarazioni del segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani: «La bussola delle banche italiane non è l’innovazione finalizzata all’innalzamento della qualità dei servizi, ma solo la riduzione dei costi».

Il quotidiano romano fa notare come dall’analisi emerga che “non esiste una correlazione diretta tra diffusione delle nuove tecnologie e calo di occupati e sportelli. Al contrario, la chiusura degli sportelli impoverisce i territori e si converte in un calo della redditività”.

Il servizio di Rosaria Amato passa in rassegna le cifre del rapporto di First Cisl facendo notare che “in Italia solo il 34% della popolazione utilizza Internet per i servizi bancari, uno dei livelli più bassi in Europa, siamo lontanissimi dal 90% della Norvegia. Certo è una percentuale destinata a salire, ma non nella misura in cui la corsa alla chiusura degli sportelli bancari sembrerebbe suggerire. La Francia, che si trova nella fascia alta dell’utilizzo dell’Internet Banking, con il 63% della popolazione, per esempio ha ridotto solo del 7% gli sportelli bancari, al contrario dell’Italia che è già al 24%”.

“È interessante notare che i Paesi al top per digitalizzazione, pur avendo in alcuni casi tagliato la rete fisica – spiegano gli autori dell’indagine – non hanno riscontrato cali proporzionali dell’occupazione, mentre hanno registrato una crescita significativa del numero dei dipendenti per sportello, che in Italia è stata invece modesta”.

Il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani ci tiene ad evidenziare che «sul fronte degli impieg­hi, va data maggiore attenzione alle Pmi. Il rapporto diretto che si instaura tra il bancario e l’im­prenditore garantisce maggiore sicurezza al credito e assicu­ra ricavi più alti rispetto alle grandi imprese. Su quello della raccolta, vanno lasciati liberi i lavoratori delle banc­he di vendere tutti i prodotti disponibi­li sul mercato finan­ziario. Il futuro è nella consulenza fin­anziaria su base ind­ipendente. In questo modo si esce dalla logica delle pressio­ni commerciali e si stabilisce un’autent­ica fiducia tra inte­mediario e cliente, garantendo stabilità ai ricavi che non sono legati alle vend­ite ma alla qualità del servizio».