MF, calo sportelli, First Cisl, equilibrare costituzione e libero mercato

L’edizione romana di MF Milano Finanza analizza i dati sugli occupati nel settore delle banche e sull’offerta bancaria nel territorio, elaborati da Banca d’Italia, per evidenziare che nel Lazio il numero degli sportelli è in continua contrazione. “Quanto mal di sportello” è il titolo dell’articolo firmato da Gianluca Zapponini che evidenzia come proprio il Lazio abbia confermato l’andamento negativo.

A livello nazionale si è “passati dai 27.374 sportelli del 2017 ai 25.404 del 2018” con numero di addetti “scesi a 278.234 nel 2018 rispetto ai 286.222 del 2017”. In regione, la decrescita ha registrato la “diminuzione delle filiali da 2.294 unità del 2017 a 2.132 unità del 2018. Nel dettaglio, gli addetti laziali sono passati invece da 25.867 del 2017 a 25.191 del 2018, in deciso calo rispetto ai circa 34 mila dipendenti del 2009”.

Milano Finanza rimarca che “tale dato assume ancora maggiore rilevanza se si considera che nel 2000 il Lazio vedeva occupate quasi 50 mila unità lavorative. Nella sola capitale, in un anno, gli sportelli presenti sul territorio sono passati da 1.682 a 1.567, confermando che la duplice combinazione tra decrescita economica della città, con un sempre maggiore numero di aziende in fuga verso il Nord del Paese, e la digitalizzazione dei servizi bancari sta producendo una dematerializzazione del servizio apparentemente inarrestabile”.

“Tale fenomeno – scrive ancora Gianluca Zapponini – è senza dubbio anche legato alla perdita di direzioni centrali, che a partire dai primi anni del 2000 si sono concentrate in particolare a Milano”.

Sui numeri e sui loro effetti interviene First Cisl Lazio che fa notare come sia “sempre più urgente un confronto con le istituzioni politiche della Regione e dei singoli Comuni, al fine di poter ripensare a un modello di banca più prossima al territorio, con particolare attenzione alle esigenze delle aziende e delle famiglie. Trovare la giusta dimensione tra il libero mercato e i principi costituzionali che sanciscono il ruolo sociale del credito è, oramai, una priorità assoluta non più derogabile”.