Crisi Carige, Colombani, operazione di sistema necessaria ma lavoro va protetto

Della soluzione alla crisi che avanza in Carige si occupa Titta Ferraro su Finanza.com e Borse.it “Carige: ok banche a conversione bond, primo passo per salvataggio di sistema in extremis” questo il titolo dei due siti sui quali si legge che l’assemblea dello Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) ha dato il via libera “alla conversione in azioni del bond da 313 milioni di euro di Banca Carige. Nel pomeriggio si riunisce il Comitato di gestione del braccio obbligatorio del Fondo presieduto da Salvatore Maccarone per mettere a punto l’intervento a garanzia dell’aumento di capitale Carige che ha un fabbisogno di 900 milioni di euro”.

“I tempi sono strettissimi – si legge sui due siti specializzati in informazioni finanziarie – con il piano di salvataggio atteso dalla vigilanza della Bce entro il 25 luglio”.

Finanza.com e Borse.it rilanciano la posizione del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani “La decisione del Fitd è un passo nella direzione giusta, ma l’operazione di sistema che si va profilando su Carige, sebbene necessaria, non è ancora sufficiente a garantire l’occupazione e il radicamento della banca sul territorio. Se il piano di salvataggio, nel cui disegno deve essere coinvolta la famiglia Malacalza, non andasse in porto – osserva il numero uno dei bancari della Cisl – si aprirebbe la strada alla liquidazione coatta amministrativa, che comporterebbe costi a carico del sistema bancario stimabili in dieci miliardi di euro. Un esito di questo tipo si rivelerebbe drammatico anche per le famiglie e le imprese beneficiarie di prestiti. Inoltre vi sarebbe il rischio di un allargamento della crisi ad altre banche locali. Va poi detto che le possibili alternative, sia la nazionalizzazione, soggetta ad autorizzazione in sede europea, sia la risoluzione, per le conseguenze negative già sperimentate, risultano entrambe di problematica attuazione”.