Mps, con il calo del contenzioso la banca sarà sempre più patrimonializzata. Colombani: serve un’operazione di sistema con le Fondazioni

Forte aumento degli interessi netti. Costo del lavoro ancora in discesa. La sentenza della Cassazione su Mussari e Vigni riduce i rischi e consente in prospettiva di aumentare la patrimonializzazione, già superiore a quella di alcuni dei principali gruppi. Colombani: “No a fusioni o a vendita a spezzatino, serve un’operazione di sistema con le Fondazioni bancarie. Il governo resti nel capitale con una quota di minoranza”

Mps chiude il terzo trimestre dell’anno con un incremento degli interessi netti del 62,7%, che bilancia un calo delle commissioni del 6,5% e consente di incrementare il margine primario del 27,8%. I proventi operativi sono in aumento del 22,9% mentre i costi operativi scendono del 14,8%, con spese del personale in calo del 19,5%. L’utile si attesta a 929 milioni di euro. È quanto emerge dall’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl.

Costo del lavoro sempre più basso

Il cost/income si ferma al 50,1% (comprendendo le Dta tra i costi operativi), dal 72,3% di un anno fa e ben al di sotto degli obiettivi del piano industriale 2022-2026, che prevedeva 60% al 2024 e 57% al 2026, nonché più basso della media delle maggiori banche europee (53,2%)*. Il rapporto tra costo del personale e proventi operativi scende al 30,6%, dal 46,8% dello stesso periodo del 2022.

Patrimonializzazione in crescita

Il Cet 1 sale al 16% (16,7% pro-forma), un dato più elevato rispetto a quanto previsto per il 2024 (14,2%) e per il 2026 (15,4%). La patrimonializzazione è in crescita anche grazie alla decisione di accantonare a riserva non distribuibile l’importo di 2,5 volte la tassa sugli extra-profitti (come hanno già fatto Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm), che viene dichiarato essere non inferiore a 312,7 milioni a livello di gruppo.

Oltre a questo la sentenza della Corte di Cassazione dell’11 ottobre 2023, in merito alle informazioni finanziarie relative ai bilanci 2008-2011, e altre richieste stragiudiziali ad essa legati fanno venir meno circa 1,2 miliardi di euro di richieste di risarcimento. Ciò influirà positivamente sulla  patrimonializzazione perché tra le attività ponderate per il rischio si andrà a ridurre la parte relativa ai rischi operativi. 

Le attività ponderate per il rischio (Rwa) sono composte da varie categorie di rischi (di credito, di mercato, operativo, di controparte, etc). Mps ha una percentuale di rischio operativo più alto rispetto ai diretti competitor e ciò trova riscontro anche nel peso dei rilevanti rischi legali per procedimenti giudiziari relativi alle informazioni finanziarie del periodo 2008-2015 (petitum 1,9 miliardi di euro, da cui con la sentenza anzidetta si ridurrebbe ad un miliardo) e per richieste stragiudiziali (petitum 2,2 miliardi di euro che calano a 1,9). Il prossimo 27 novembre ci sarà poi la sentenza di secondo grado relativa alla rimanente parte di informazioni finanziarie (2014-2015).

L’importo del rischio operativo è in realtà in leggero incremento in Mps, ma la diminuzione della percentuale è dovuta all’aumento del rischio di credito su cui influisce quasi esclusivamente l’adozione della nuova versione dei modelli Airb autorizzati dalla Bce nel febbraio 2023 (pag. 10 dell’Informativa Pillar 3, 31 marzo 2021 – incremento di 3,7 mld). Già negli anni precedenti l’incidenza rischio operativo/Rwa in Mps risultava 22,91% al 31 dicembre 2021 e 23,18% al 31 dicembre 2020.

È evidente che il Cet1 ratio (patrimonio di base/Rwa) beneficerà quindi di una riduzione del denominatore, portando ad un aumento della patrimonializzazione che consentirà alla banca di espandere la propria attività creditizia, specialmente negli impieghi verso le small business, dove Mps vuole tornare ad essere banca di riferimento, con l’obiettivo, declinato nel piano industriale 2022-26, di incrementare il volume di prestiti di circa 3 miliardi di euro. Da evidenziare inoltre che il Cet1 al 16% è già più alto di Banco Bpm e addirittura di Intesa Sanpaolo.

Colombani: no a spezzatino, serve un’operazione di sistema con le Fondazioni

“I risultati di Mps nel terzo trimestre dell’anno confermano la brillante redditività dei primi due, nonché una grande solidità attestata dall’elevata patrimonializzazione. La sentenza della Cassazione che ha assolto l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex Ad Antonio Vigni ha comportato una riduzione delle richieste di risarcimento pari a 1,2 miliardi di euro – sottolinea il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani – Nel caso di riforma della sentenza di condanna di Alessandro  Profumo e Fabrizio Viola, pur dovendo attendere l’eventuale sentenza di legittimità, il correlato contenzioso di Mps, nel tempo, verrà eliminato, con effetti molto positivi sui coefficienti patrimoniali. Oggi i rischi operativi per Mps pesano, sul totale delle attività ponderate per il rischio, molto di più degli altri gruppi bancari. È ragionevole attendersi una cospicua riduzione con conseguente netto miglioramento della patrimonializzazione che, peraltro, è già superiore a quelle di molte big e che al realizzarsi di queste ipotesi diverrà best in class tra le big”.

“Sarebbe lungimirante da parte del Governo – prosegue Colombani – coniugare il rispetto degli impegni assunti con la Commissione europea con la valorizzazione della banca più antica al mondo, che non può diluirsi in un altro gruppo bancario. Quel che serve è un’operazione di sistema che crei le condizioni per l’ingresso nel capitale delle Fondazioni di origine bancaria nel ruolo di anchor investor, cui dovrebbe continuare ad affiancarsi il Tesoro con una quota di minoranza. Ogni altra ipotesi, compresa quella della presenza di più banche nel capitale, prefigurerebbe un futuro spezzatino o una fusione; ipotesi che non sono funzionali agli interessi del Paese né all’interesse di lavoratrici e lavoratori. L’attuale amministrazione, che con First Cisl e le altre organizzazioni sindacali ha costruito le basi del rilancio, deve adesso – conclude Colombani – impegnarsi con decisione per migliorare le condizioni complessive di lavoratrici e lavoratori attraverso proficue relazioni sindacali”.

 

In allegato l’analisi con le tabelle esplicative