Colombani a Repubblica, entro 30 giugno dipendenti in Carige con bond del Foc

Salvare la banca, tutelare l’economia del territorio, evitare pesanti ricadute occupazionali con il taglio di altri posti di lavoro. La soluzione della crisi di Banca Carige dovrà salvaguardare questi aspetti non secondari della vicenda. “La Repubblica” ricostruisce quanto avvenuto negli ultimi giorni titolando in prima pagina “Nuova Carige alla prova. Salvate i lavoratori”. L’articolo di Massimo Minella prosegue nelle pagine interne con un titolo che rilancia l’idea di First Cisl sull’utilizzo delle risorse del Fondo per l’occupazione per consentire l’ingresso dei dipendenti nel capitale sociale: “Carige, il sindacato rilancia anche noi nel capitale”.

“Nel 2012, ultimo anno dell’era Berneschi – scrive Massimo Minella -, Carige aveva 5.500 dipendenti. Alla fine del piano, fissato per il 2020, saranno tremila. Nella migliore delle ipotesi, quindi, saranno 2.500 le uscite totali da un gruppo che sognava di essere banca-assicurazione su tutto il territorio nazionale”.

Quella occupazionale rimane comunque una questione aperta e l’edizione genovese di “Repubblica” evidenzia come “dal fronte sindacale non si rinuncia nemmeno all’ipotesi di un ingresso dei dipendenti nel nuovo capitale di Carige”. A ribadirlo è il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani: “Restiamo convinti che per garantire che non si manifestino pesanti ricadute sociali sia preferibile che i lavoratori entrino nel capitale della banca ligure mediante l’utilizzo del Fondo per l’occupazione. L’intervento risponde alle stesse esigenze dello Schema volontario, che non intende avere il controllo di Carige, e non interferisce con la scelta di chi dovrà guidare la futura governance, ma si orienta invece a tutelare il lavoro attraverso l’opzione partecipativa: abbiamo tempo fino al 30 giugno – conclude Colombani – per sottoscrivere gli 80 milioni del bond non acquisiti dal Fitd”.