Corsera, Colombani, rilancio Carige, banche restino con lavoratori azionisti

Come superare la fase di stallo in Carige ed evitare che la sua crisi possa avere negative ricadute sull’economia nazionale ed un forte impatto sociale sui territori. First Cisl si è posto il problema elaborando una proposta ripresa dal “Corriere della Sera”. Firma l’articolo Fabrizio Massaro che scrive: “Il salvataggio di Carige da parte di BlackRock con il varo di un aumento di capitale da 70o milioni se la proposta del fondo Usa andrà in porto e si troverà l’accordo con il Fondo Interbancario per la conversione in azioni dei 32o milioni di euro di bond subordinato comprato a novembre per salvare l’istituto comporterà anche tagli pesanti alle filiali e ai dipendenti (si parla di circa duemila rispetto ai mille previsti nel piano attuale)”.

“Il Fitd – prosegue nella sua analisi Massaro – potrebbe poi cedere le azioni allo stesso BlackRock, secondo una delle ipotesi del piano. Ma i sindacati, preoccupati per le ricadute sociali del salvataggio della banca ligure, avanzano una proposta diversa”.  Ad elaborarla il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani che, alle banche acquirenti del bond Carige, comprato attraverso lo Schema Volontario ad un “esorbitante tasso di interesse del 16% diventino impact investors capaci di generare un positivo impatto sociale”.

In che modo chiede il “Corriere della Sera”. Riccardo Colombani risponde che “se le banche vogliono proprio fuggire dalle proprie responsabilità, possono cedere le loro quote di bond ai lavoratori bancari e magari a quelle realtà sociali che siano anch’esse disponibili a un investimento di lungo periodo, capace di generare un favorevole impatto sociale prima di un rendimento finanziario. D’altronde – sottolinea Colombani – molte banche hanno già svalutato quasi a zero il valore dei bond a bilancio, mentre altre hanno difeso il valore del bond svalutandolo solo parzialmente”.

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani anche i lavoratori del settore bancario potrebbero investire in Carige “in una gara di solidarietà a tutela del lavoro”. L’idea è quella di utilizzare i 165 milioni del Fondo per l’Occupazione che giacciono inutilizzati per contribuire a rilanciare l’istituto di credito genovese.