Carige, Colombani banche rimangano investite, se fuga cedano bond a lavoratori

L’eco della crisi di Carige non ha confini. Da nord a sud l’interesse è vivo per le sorti del’istituto ligure che sta vivendo un’acuta fase d’incertezza. A smuovere le stagnanti acque arriva la proposta di First Cisl così ripresa e titolata dal “Secolo XIX”: “Banche in fuga da Carige ? Cedano il bond ai lavoratori”. Anche “La Gazzetta del Mezzogiorno” ha un titolo esplicito: “Carige, Cisl: le banche non fuggano e mantengano gli investimenti”.

“Carige si può rilanciare – scrive il quotidiano genovese dando la parola al segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani – ma per farlo occorre che le stesse banche che hanno sostenuto il bond del Fondo interbancario per mettere in sicurezza l’istituto ligure non fuggano ma diventino «impact investors» (in pratica, investitori etici, disposti eventualmente a rendite sotto il livello di mercato e con impegno di lungo periodo) insieme ai lavoratori che potrebbero investire parte o tutto del tesoretto inutilizzato di 165 milioni versati nel fondo per l’occupazione”.

Colombani prosegue dicendo: “Il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, sostiene che i 320 milioni erano un prestito e non una liberalità ma viene contraddetto dal fatto che alcune banche hanno azzerato a bilancio il loro versamento allo Schema Volontario del fondo. Ci saremmo aspettati che i banchieri non si preoccupassero di recuperare frettolosamente il finanziamento a Carige. Se le banche vogliono fuggire dalle proprie responsabilità possono cedere loro quote di bond ai lavoratori bancari e magari a quelle realtà sociali che siano anch’esse disponibili a un investimento di lungo periodo, capace di generare un favorevole impatto sociale prima di un rendimento finanziario”.

La presa di posizione del segretario generale di First Cisl, Colombani è alimentata dai dati elaborati dall’ufficio studi del suo sindacato. “Tra le banche – scrive la Gazzetta del Mezzogiorno -Intesa ha portato a zero i 65 milioni investiti, lo stesso ha fatto il Banco Bpm coi suoi 27,6 milioni. Azzerati anche i 6,6 milioni di Mediolanum, i 5,3 Popolare di Sondrio e i 4,4 di Creval mentre Ubi ha svalutato del 90% i suoi 24,4 milioni, riducendoli ad appena 2,4. Più virtuosa invece Unicredit che non azzerato l’into del tesoretto inutilizzato di 165 milioni versati nel fondo per l’occupazione rettificandolo del 30 per cento da 53 a 37,3 milioni, mentre Mps riporta a bilancio un’esposizione verso lo schema volontario del Fitd per 14,5 milioni a fronte dei 15 investiti. Sono solo del 4 per cento anche le svalutazioni di Bper e Banca Generali, che avevano dato rispettivamente 13,9 e 2,3 milioni mentre Fineco ha fatto scendere il valore del 30 per cento (da 9,5 a 6,7 milioni)”.