Wob, continua la politica monetaria espansiva della Bce

Con un video su Il Sole 24 ORE, Maximilian Cellino annuncia le scelte espansive di politica monetaria appena prese dalla Banca Centrale Europea: il mantenimento dei tassi a zero viene esteso dall’estate almeno a fine 2019. L’Eurotower ha inoltre anticipato nuove operazioni di rifinanziamento a tassi agevolati per le banche (Tltro III), a condizioni un po’ meno agevoli, con sette operazioni trimestrali della durata di due anni ciascuna, a partire da settembre 2019. Esse non saranno più al tasso di -0,40% ma al tasso di rifinanziamento, attualmente a 0 ma che potrebbe essere rialzato, disincentivando qualche banca, facendo in modo che solo le più bisognose attingano a questi finanziamenti.

Il mercato non avrebbe però reagito con entusiasmo a queste scelte. Perché? Secondo il giornalista le misure espansive annunciate da Mario Draghi sarebbero la risposta al significativo abbassamento delle previsioni di crescita per quest’anno (da 1,7% a 1,1%) e per i successivi; una conferma delle difficoltà dello scenario economico comunitario.

Sul Corriere della Sera Fabrizio Massaro approfondisce le  motivazioni secondo cui per la Bce non sarebbe arrivato ancora il momento di alzare i tassi: Italia, Germania e l’incertezza per la Brexit peserebbero sul rallentamento dell’economia della zona euro, a cui si sommerebbero i rischi geopolitici dello scontro commerciale Cina-Usa. Sarebbero queste le motivazioni per cui la Bce avrebbe deciso di rinviare almeno al 2020 l’eventuale rialzo dei tassi. “In una stanza buia ti muovi a piccoli passi. Non corri ma ti muovi” – è stata la metafora usata da Draghi – “Cerchiamo di essere produttivi e non reattivi … il principale obiettivo è l’approvvigionamento delle banche nei prossimi anni”. Un aiuto in particolare alle banche italiane e spagnole, che più di tutte avrebbero attinto ai Tltro (Targeted Long Term Refinancial Operation), ma anche attenzione affinché il denaro non venga usato per comprare bond sovrani, com’è in qualche modo successo finora.

Vito Lops, nuovamente su Il Sole 24 Ore, ci ricorda che Mario Draghi è il primo dei tre presidenti della Bce a chiudere l’incarico senza aver mai alzato il costo del denaro, attraverso otto tagli che hanno azzerato nel 2016 il tasso di riferimento, portando inoltre sottozero (- 0,4%) il tasso sui depositi. Il giornalista affronta quindi gli impatti della manovra Bce sui titoli di Stato e sui mutui. Una politica monetaria accomodante tende a a svalutare la rispettiva divisa e così, prevedibilmente, alle parole di Draghi è seguito un rapido movimento al ribasso dell’Euro, scivolato sotto quota 1,125 (secondo alcuni addetti ai lavori la discesa dell’euro potrebbe proseguire anche a 1,10). L’annuncio di Mario Draghi, infine, avrebbe ulteriormente disteso lo spread BTp-Bund (sceso attorno ai 240 punti), e prolungherebbe un mantenimento ai minimi dei mutui a tasso variabile, con più di mille giorni che questa categoria si vede sottrarre il tasso Euribor allo spread applicato dalle banche.