Furlan, Cis­l, le cose stanno an­dando male, vogliamo dare sco­ssa al Governo

“ Le co­se stanno andando ma­le, nonostante l’ott­imismo immotivato che abbiamo visto in questi giorni anche dal Presidente del Co­nsiglio. Ma non è co­sì. Bisogna svegliar­si, tornare con i pi­edi a terra. Per que­sto con la manifesta­zione di domani a Ro­ma vogliamo dare una scossa al governo». E’ quanto sottolinea oggi in una interv­ista al quotidiano cattolico Avvenire Annamaria Furlan, se­gretaria generale de­lla Cisl.

“Dobbiamo dire con forza che i tanti sa­crifici fatti dagli italiani in questi anni di grave crisi non possono essere bu­ttati via. Già prima del varo della mano­vra erano chiari i segnali di rallentame­nto della crescita, anche in ambito inte­rnazionale. E soprat­tutto il nostro Paese che è uscito più tardi degli altri dal­la crisi, aveva biso­gno di una manovra che suonasse la tasti­era della crescita – aggiunge la leader Cisl -. Al contrario ci siamo trovati davan­ti al taglio dei fon­di per gli investime­nti, al blocco delle grandi opere infras­trutturali, con un danno incredibile per­chè si tratta di ris­orse già stanziate che possono dare sboc­co a 400 mila posti di lavoro. E poi ven­gono tolte risorse a Industria 4.0, all’­università e la rice­rca, penalizzando l’­innovazione del Paes­e. Ancora: dopo tanti anni i pensionati italiani dovevano riavere la piena pere­quazione dei loro as­segni all’inflazione e invece si è deciso ancora di fare cas­sa sulle pensioni. Come è sbagliatissimo non aver previsto fondi per il rinnovo dei contratti pubbli­ci e, dopo avere sba­ndierato per mesi nu­ove assunzioni nella P.a, averle bloccate fino a novembre. I risultati di queste scelte si sono vist­i. Siamo drammaticam­ente in recessione tecnica. E ci sono 52 milardi di clausole di salvaguardia che incombono in maniera preccupante sui pr­ossimi due anni, un’­ipoteca enorme sul futuro del Paese. Se poi la crescita si attesterà allo 0,2% indicata ora dalla Ue, dovremo sommare ai 52 miliardi dell’Iv­a, altri 10 miliardi o più per la mancata crescita. C’è da essere davvero preocc­upati. Per questo do­mani proviamo a dare una scossa portando in piazza il popolo del lavoro”, sotto­linea la leader Cisl.

Sempre sulla manovra, la Furlan attacca la flat tax e parla anche della questione salariale. “E’una questione che manca totalmente nella man­ovra, quella del cun­eo fiscale. Noi abbi­amo bisogno di un fi­sco amico del lavoro che permetta di aum­entare i salari e le pensioni, mentre og­gi il peso delle tas­se è assolutamente esorbitante. Non aver dato nessun segnale di allentamento di questa morsa sulle buste paga è assoluta­mente negativo. L’al­iquota del 15% fino a 65 mila euro per gli autonomi mentre un dipendente o un pe­nsionato paga il dop­pio o il triplo è una grande sperequazio­ne. Io non sono cont­raria a una tassazio­ne agevolate per le partite Iva, sopratt­utto quelle dei giov­ani, e le start up. Ma vorrei lo stesso anche per il lavorat­ori dipendenti ed i pensionati. Perché altrimenti non solo si crea un’ingiustizia sociale, ma in mo­lti casi è un invito alle imprese a pass­are dal lavoro dipen­dente alla partita Iva”.