Della delicata situazione in Popolare di Bari si occupa l’edizione pugliese di “Repubblica” che incentra il suo titolo sul rischio di 3mila esuberi. Antonello Cassano scrive che “Non ci sono soltanto i rischi per i 69mila azionisti. Anche i 3mila dipendenti della Banca Popolare di Bari vedono ombre sul loro futuro. I timori che il prossimo piano industriale della più grande banca del Sud possa avere ripercussioni pesanti dal punto di vista occupazionale sono tali che i sindacati salgono sulle barricate e minacciano lo sciopero nel caso in cui l’azienda non faccia capire cosa ne sarà dei dipendenti”.
Tutte le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per le ripercussioni del piano industriale 2019-2023 che non fa alcun accenno alla sorte dei dipendenti. “La Repubblica” evidenzia che i sindacati “si opporranno con ogni mezzo al tentativo di far pagare ancora una volta alle lavoratrici e ai lavoratori il prezzo delle inefficienze gestionali del management aziendale”.
Il riferimento è all’intesa siglata nell’agosto del 2017 per evitare 504 esuberi e la soppressione delle sedi di Pescara, Teramo e Potenza. “Con quell’accordo – denuncia al quotidiano romano il segretario di First Cisl in Popolare di Bari, Girolamo Loconsole – i lavoratori hanno dato 20 milioni di euro alle casse della banca attraverso la solidarietà e altri tagli, ma quell’accordo è stato vandalizzato dall’azienda. Con questa mossa mettiamo in mora il management di cui non siamo affatto contenti”.