Wob, allarme crescita da Bankitalia, Fmi e Bce

Gli ultimi otto giorni sono stati caratterizzati da alert sulla crescita per il nostro Paese, come riportato sul web da diversi quotidiani.

Cominciamo con l’Huffington Post, che ha sintetizzato il contenuto dell’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia, che rivede drasticamente al ribasso le stime sulla crescita, a causa degli ultimi sei mesi in negativo: Pil 2019 da +1,0% a +0,6%. E’ recessione tecnica, come spiegato da Daniele Manica con un breve video sul Corriere della Sera, proponendo la sua ricetta di manovra espansiva. Avvalora le stime il collega Dario Di Vico citando i segnali di rallentamento che arrivano dal Nord Italia (incluse le prime indicazioni di riduzione del traffico dei Tir sull’autostrada A4). Sempre il Corriere evidenzia come il peggioramento dell’economia cominci a produrre tensioni anche sul credito: per Banca d’Italia la minore tolleranza al rischio delle banche, appesantite dall’aumento dello spread sui titoli pubblici che ha alzato il costo della raccolta, si sta traducendo in una stretta alle condizioni dei finanziamenti: quelli richiesti dalle imprese sarebbero già diminuiti in volume.

A inizio settimana, al pari di Bankitalia, anche il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le previsioni sulla crescita economica italiana attesa per il 2019. Secondo Adnkronos l’Fmi vede una domanda interna più debole “per via delle preoccupazioni sui titoli pubblici e sui rischi finanziari” e l’aumento dei costi di finanziamento, con un livello di rendimenti di titoli di Stato che rimane “elevato”.

E’ di giovedì il comunicato stampa della Banca Centrale Europea, che ha lasciato invariati i tassi d’interesse di riferimento. Su Il Sole 24 ORE il video della conferenza stampa del presidente Mario Draghi: “dobbiamo aspettarci un lungo periodo di rallentamento” dell’economia, che necessiterà di una politica accomodante da parte della Bce. “Le probabilità di una recessione europea sono basse” ma non si può escludere un calo del Pil in singoli Paesi. Il sistema bancario dell’Eurozona si sta dimostrando “molto più solido rispetto all’inizio della crisi” e il restringimento del credito “è stato limitato all’Italia”. Gli attuali tassi d’interesse verranno mantenuti “finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”. La Bce continuerà a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza “per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento”. Sempre sul finanziario salmonato Isabella Buffacchi propone infine le dieci grandi sfide per Draghi nel 2019, ultimo anno del suo mandato da presidente della Bce.