L’edizione di Fermo de “Il Resto del Carlino” si occupa della ricerca dell’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani, sulla rete di sportelli bancari presenti sul territorio nazionale. Ubaldo Renzi firma un articolo dal titolo “Molte banche in fuga dai distretti” evidenziando che da 11 anni ad oggi “taluni istituti bancari hanno progressivamente ridotto i finanziamenti e chiuso oltre il 20% degli sportelli nei distretti industriali della moda” Il quotidiano bolognese evidenzia come “Sino al 2010 hanno finanziato il made in Italy con quasi il 90% del totale dei depositi raccolti proprio in ognuno dei distretti italiani. La First-Cisl rileva che la raccolta, senza pause, ha raggiunto, al 2017, depositi per 20 milioni mentre sono cresciuti solo del 3% i prestiti per filiale. In sostanza, tanti depositi e irrisori investimenti in sviluppo ed occupazione”.
“L’analisi – scrive Ubaldo Renzi – vale anche per la nostra regione, escludendo la Cassa di Risparmio di Fermo, il cui ruolo prezioso e la stessa sua secolare vita gestionale si identificano quasi totalmente con il territorio e le nostre aziende, non solo calzaturiere. Sin qui abbiamo raccontato una storia più o meno nota e prevedibile. Il 10 ottobre scorso, invece, è stata pubblicata una buona notizia dalla Regione Marche: il tasso di disoccupazione regionale è sceso, inaspettatamente, nel trimestre aprile-maggio-giugno 2018 dall’11,7 dello stesso trimestre dell’anno prima al 7,7. Quattro straordinari punti in meno. Un calo, si diceva, superiore a quello di alcune regioni più sviluppate come il Piemonte e Liguria. In verità, lì per lì pochi pensavano ad una sorta di segnale di ripresa, così improvvisa e corposa, anche per il Fermano, anzi, i più pensavano ad una errata interpretazione”.
“L’altra notizia di 21.000 mila nuovi occupati, che avrebbero ridotto il tasso della disoccupazione al 7,7% – chiude il suo articolo Il Resto del Carlino – non ha trovato riscontro, se non nel marginale rito della stagione estiva. Punto e a capo. Il pallone, cioè il lavoro e le aziende che chiudono, passa alla Regione, dalla quale ci si aspetta una idea, un disegno, un progetto strategico. Almeno per il distretto calzaturiero che sta sbriciolandosi senza freno”.