Il Resto del Carlino, Studio First Cisl, territori perdono sportelli e identità

Le banche e il rapporto con il territorio. La ricerca elaborata dall’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani, continua a far discutere. Un nuovo dato sulla contrazione degli sportelli arriva dalla Romagna. L’edizione di Cesena de “Il Resto del Carlino” pubblica un articolato resoconto dal titolo: “La strage degli sportelli bancari. In dieci anno ne sono spariti trenta”.
“Il valzer delle banche che ha preso piede in città ha lasciato una scia di sportelli fantasma – scrive Cristina Mazzi che firma l’articolo -. Complici le fusioni e liquidazioni di istituti, anche nel nostro territorio si è ripercosso un fenomeno già evidenziato a livello nazionale. Lo dicono le statistiche stilate da Banca d’Italia, elaborate da Cisl Romagna: negli ultimi dieci anni a Forlì-Cesena sono venuti meno 62 sportelli bancari”.

“La carrellata di numeri – prosegue il Resto del Carlino – mostra che sono state sette le banche chiuse (dalle 12 presenti a Forlì Cesena a marzo 2007, anno pre crisi, alle cinque rilevate attive nello stesso periodo 2018). In particolare sono diminuite le Bcc (parliamo di cinque istituti in meno per effetto di fusioni e dell’acquisizione dell’ex Brc da parte di Banca Sviluppo). Siamo il territorio che ne ha perse di più di tutta la regione. E i bancomat? Si è passati dai 461 atm presenti nella nostra provincia nel 2007 ai 367 di dieci anni dopo, ad oggi quindi 94 in meno. Nonostante tutto, però, non c’è stata riduzione dei comuni serviti”.

Sull’argomento interviene Stefano Manzi, segretario generale First Cisl Romagna evidenziando che “se da un lato c’è stata un’ingiustificata proliferazione tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, tanto che la Romagna aveva una concentrazione di sportelli ben superiore alla media nazionale, senza grandi benefici su qualità e servizi, dall’altro constatiamo che ora le banche stanno procedendo alla massiccia chiusura, anche di filiali che producono reddito, il tutto per perseguire ossessivamente la riduzione dei costi”. A parere di First Cisl le riorganizzazioni oltre a generare soppressione di filiali priva i territori dei centri decisori “visto che due delle principali banche del territorio (Crc e Carim) sono state acquisite da una multinazionale francese (Crédit Agricole), Credito di Romagna è passata in mani cinesi (SC Lowy) e le banche di Credito Cooperativo si stanno via via accorpando tra loro, abbandonando in alcuni casi l’ambito in cui erano nate”.