Il tema della desertificazione bancaria tocca anche la Romagna. I dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria confermano il costante ridimensionamento della rete commerciale bancaria con nuove chiusure di sportelli. Apre la rassegna dei titoli il Corriere Romagna: “Sportelli bancari chiusi in Romagna: “A Rimini 7 comuni ne sono sprovvisti”. L’allarme della Cisl”. Per il sito di PiùNotizie “Desertificazione degli sportelli bancari: 45 quelli chiusi nella provincia”. “Cisl: in 5 anni chiusi 162 sportelli bancari in Romagna e persi 1.395 posti di lavoro” sottolinea Sestopotere. Titolo simile quello di Chiamamicittà e RavennaWeb che rispettivamente scrivono: “Romagna, continua la desertificazione bancaria: in 15 anni chiusi 162 sportelli” e “Cisl: La desertificazione bancaria in Romagna, in 5 anni chiusi 162 sportelli bancari”. Non si discostano tanto da questa impostazione i siti di CesenaToday, ForlìToday, Forli24ore, Forlìnotizie, per i quali la situazione è allarmante: “In provincia di Forlì-Cesena chiusi 68 sportelli”. Parla di autentica “Ecatombe di sportelli bancari” Altarimini sottolineando che nel riminese sono state chiuse 49 filiali negli ultimi sei anni e che “sette comuni su sette ne sono sprovviste”. RavennaToday evidenzia la “Desertificazione degli sportelli bancomat: in provincia negli ultimi 5 anni ne hanno chiusi 45”. Sintetico ma netto il titolo di Newsrimini: “Banche, sempre meno sportelli: – 49 in 5 anni e 7 comuni senza”. Completa la rassegna degli articoli Geronimo.News che scrive: “Cisl Romagna – Continua la desertificazione bancaria in Romagna: in 5 anni chiusi 162 sportelli bancari in Romagna”.
I vari organi di stampa riportano ampi stralci del report First Cisl sulla desertificazione bancaria elaborato su dati Banca d’Italia, Istat, Eurostat. “Continua la desertificazione bancaria in Romagna: in 5 anni chiusi 162 sportelli bancari in Romagna (Ravenna -45, Forlì-Cesena -68 e Rimini -49) e persi 1.395 (-23.07%) posti di lavoro. Continua senza sosta – scrivono le testate – la chiusura degli sportelli bancari un calo iniziato dal 2008. A pagarne sempre più le conseguenze sono i piccoli comuni periferici e le persone più anziane meno avvezze ai servizi on-line. Nella provincia di Rimini sono ben 7 i comuni sprovvisti di servizio bancario (Casteldelci, Gemmano, Maiolo, Montecopiolo, Montegridolfo, Sassofeltrio e Talamello), nella provincia di Forlì-Cesena 2 (Borghi e Portico e San Benedetto) mentre a Ravenna tutti in tutti i comuni c’è almeno uno sportello bancario. La chiusura dei 162 sportelli bancari in Romagna ha comportato anche la perdita di 1.395 posti di lavoro. Questo dato evidenzia come la desertificazione bancaria non abbia solo un impatto negativo sulla disponibilità dei servizi finanziari, ma abbia anche conseguenze significative sul piano occupazionale”.
“Dai dati forniti dalla Banca d’Italia – si legge ancora – emerge che la Regione Emilia-Romagna registra un andamento evidente del fenomeno della “desertificazione” degli sportelli bancari. Dai 2.807 sportelli del 31 dicembre 2017 si è scesi a 2.171 del 2022, con un calo del -22.66%. In regione sono stati chiusi 636 sportelli in 5 anni”.
I vari servizi forniscono poi il dettaglio della situazione nelle province romagnole rilanciando le considerazioni del segretario generale Cisl Romagna, Francesco Marinelli e di Valentina Brandi, segretaria generale First Cisl Romagna per i quali «il trend inesorabile di chiusura degli sportelli bancari, avviato nel 2008 e purtroppo ancora in atto, suscita preoccupazione e attenzione. Questa tendenza sta avendo un impatto negativo, soprattutto nei piccoli comuni periferici e tra le persone anziane, che spesso preferiscono l’accesso ai tradizionali servizi bancari fisici rispetto a quelli online».
«Le conseguenze di questa desertificazione bancaria – proseguono – sono molteplici e, purtroppo, una delle più gravi è la perdita di posti di lavoro infatti, secondo i dati raccolti, ben 1.395 posti di lavoro sono stati persi a causa delle chiusure degli sportelli. Sottolineiamo l’importante funzione sociale che le banche rivestono, andando oltre la loro natura di imprese. Va considerato il ruolo significativo che le istituzioni finanziarie possono avere nel promuovere il benessere sociale e contribuire allo sviluppo occupazionale ed economico del Paese».
«È di fondamentale importanza che le banche valutino attentamente di promuovere l’ampliamento dei servizi bancari e il ritorno alla territorialità, anche da parte delle grandi istituzioni finanziarie. Inoltre, è essenziale cercare soluzioni innovative per erogare servizi ai clienti in modo compatibile con l’attività bancaria tradizionale. Questo approccio rappresenta una strada da percorrere per conciliare gli obiettivi di profitto con il beneficio sociale, favorendo una maggiore inclusione finanziaria e sostenendo il benessere delle comunità locali, soprattutto nelle aree periferiche, dove i servizi bancari rivestono un ruolo vitale nel sostegno del tessuto sociale ed economico delle comunità locali. Solo attraverso una maggiore collaborazione e un’attenzione mirata verso le specifiche esigenze delle diverse realtà locali – concludono Marinelli e Brandi – sarà possibile costruire una rete di servizi bancari più inclusiva ed efficace, in grado di soddisfare le necessità di tutti i cittadini e contribuire al progresso dell’intera società».