Banche e strategia della tensione, intervista di Giulio Romani a Zero Zero News

“Attacchi concentrici contro i rappresentanti sindacali più esposti nelle battaglie contro le truffe di alcuni istituti di credito ai danni dei risparmiatori, per arginare il licenziamento ingiustificato dei bancari e per denunciare le maxi retribuzioni dei top manager degli istituti di credito. Attacchi che recentemente hanno preso di mira anche la First Cisl e il suo Segretario Generale, Giulio Romani, oggetto di notizie non veritiere, denigratorie e soprattutto considerate infamanti. Immediate le querele per diffamazione presentate nei confronti degli autori di quelle che il leader della First Cisl definisce senza mezzi termini fake news”: è questo l’incipit che introduce un’intervista a Giulio Romani sul web magazine Zero Zero News, diretto da Gianfranco D’Anna.

Banche strategia della tensione sindacalisti nel mirino delle fake news” è il titolo del giornale on line.

Di seguito riportiamo integralmente il testo dell’intervista a Giulio Romani.

Giulio Romani, lei è finito sulla prima pagina di un quotidiano per una storia apparentemente di nessun rilievo, presentata però come uno scandalo. È vero che ha goduto di privilegi su un mutuo?

Macché privilegi: questa è la solita macchina del fango che puntualmente salta fuori a danno dei lavoratori bancari prima di ogni rinnovo del contratto nazionale, solo che stavolta c’è chi ha trovato comodo cercare di colpire preventivamente uno dei leader dei bancari. In sostanza, si è cercato di trasformare una “non notizia” come quella che un dipendente bancario abbia un mutuo a condizioni da dipendente bancario, in un’operazione di diffamazione, attraverso un racconto ricco di omissioni e falsità. Ovviamente ho provveduto a querelare e a citare per danni in sede civile il giornale in questione, l’articolista, che è un giornalista già sanzionato dal suo ordine professionale per operato contrario al codice deontologico, la testata Twitter, quella Facebook e tutti coloro che hanno rilanciato la notizia o hanno postato commenti ingiuriosi nei miei confronti. Nel merito, osservo che nell’articolo in parola ci si è ben guardati dallo specificare che il mio mutuo altro non è che la sostituzione (ripeto, la sostituzione, non l’aggiunta come immotivatamente è stato scritto) di un precedente mutuo di pari importo che era cointestato con quella che era allora mia moglie, dipendente della Cassa di Risparmio del Veneto, società del Gruppo Intesa Sanpaolo, e che per questo beneficiava delle condizioni accordate a tutti i dipendenti di quella banca. Il mio accollo dell’intera posizione debitoria deriva da una precisa disposizione del giudice in sede di separazione e non è di certo a un tasso migliore del precedente: anzi, se non avessi dovuto ottemperare in tempi rapidissimi alle indicazioni del giudice, mi sarebbe convenuto spostare il mutuo al Monte dei Paschi, di cui sono dipendente, perché lì ora pagherei zero come tasso di interesse, sempre per le condizioni che la banca accorda a tutto il personale. Quello che sto dicendo è confermato dalla stessa Intesa Sanpaolo, la cui smentita è stata pubblicata dal medesimo giornale, il più nascostamente possibile. Ma ci sono altre incomprensibili inesattezze in quell’articolo: per esempio, si dice falsamente che sia stato finanziato il 182% del valore del bene, mentre è stato finanziato meno dell’80%, dando una visione completamente distorta della realtà. E tanto per chiarire, avendo letto di tutto e di più su questa faccenda, io possiedo solo una casa e ho solo un mutuo. Con la mia banca non ne ho altri in corso e non ne avevo all’epoca della stipula in questione.Banche strategia della tensione sindacalisti nel mirino delle fake news

Le sue querele avvieranno una verifica giudiziaria dei fatti. Ma che idea si è fatta su quanti hanno interesse ad attaccarla?

Credo che chi ha fatto avere al giornalista dei documenti molto parziali, cui non è stato evidentemente applicato da parte dello stesso giornalista il doveroso criterio di verifica (io non sono mai stato contattato), possa essere stato spinto da vari interessi, magari coincidenti. Innanzitutto la volontà di far ripartire la caccia ai bancari mettendo in discussione le agevolazioni sulle condizioni che sono loro accordate, a partire da mutui e prestiti. C’è chi si esibisce da sempre nella caccia al bancario, forse perché così si mira a far ricadere sui bancari le colpe dei banchieri: immagino che ora che siamo molto vicini al rinnovo del contratto ci sia chi può essere interessato a una nuova campagna di denigrazione dei dipendenti bancari appioppando loro la falsa etichetta di “privilegati”. Poi fa comodo anche la caccia ai sindacalisti, in particolare quelli confederali, forse più scomodi di altri, perché è molto più scomodo un sindacalista che ha nel proprio dna la determinazione a trattare sempre, scoprendo il gioco dell’avversario, che chi si limita a inscenare un po’ di teatro per accontentare la pancia del popolo. Anche il tentativo di farmi passare come “utile amico” dei banchieri è patetico e va nella stessa direzione diffamatoria: ci si dimentica volutamente che invece io sono l’unico ad aver promosso e depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per tagliare lo stipendio dei manager, ad aver denunciato le reali condizioni delle reti bancarie e degli sportelli, ad aver parlato dell’ecatombe occupazionale di questi anni anche dalle pagine di questo giornale, ad aver pubblicato un manifesto per la riforma del sistema bancario con cui chiedo, tra l’altro, di mettere in galera i banchieri che hanno truffato con l’istituzione del reato di disastro bancario. Sono altri quelli che non perdono occasione di esibire familiarità con i banchieri al punto da generare un un messaggio mediatico con il quale pare si voglia suggerire ai lavoratori  di stare con chi rappresenta il potere.

Le sue sono controaccuse pesanti…

Di pesante c’è un attacco scellerato, infondato e premeditato con il quale chi ha fornito alla stampa informazioni del tutto parziali cerca di colpire me per distruggere il tavolo sindacale prima dell’avvio della stagione contrattuale, garantendo ad alcuni “poteri forti” di continuare a spadroneggiare in banca come hanno fatto fino ad oggi, con i risultati a cui tutti abbiamo assistito.Banche strategia della tensione sindacalisti nel mirino delle fake news

Un attacco mirato ?

Io non avvaloro nulla. Mi limito ad osservare che per una cosa assolutamente normale, cioè il tasso sul mutuo di un lavoratore bancario a condizioni perfino superiori a quelle normalmente accordate ai lavoratori bancari (condizioni che, per inciso, non costano nulla alle banche, e che i lavoratori si sono guadagnati e meritati nel tempo con il loro lavoro e le loro rinunce su altri versanti), si è montato un caso, forse con la collaborazione di qualcuno dentro alla stessa Intesa Sanpaolo. Osservo che un giornale si è reso disponibile a pubblicare la cosa in prima pagina senza interpellarmi preventivamente per verificare la notizia, come sarebbe obbligato a fare secondo il codice deontologico dei giornalisti. E dico che le mie campagne sulle retribuzioni dei top manager e sulla legalità nelle banche potrebbero non far piacere ad alcuni banchieri e ad eventuali loro sodali. Che l’interesse a fare in modo che si innescasse una diffamazione  come questa non possa che essere ricercato all’interno del settore, penso sia evidente anche al più superficiale degli osservatori.

A parte le querele? Il rinnovo del contrattto collettivo nazionale di lavoro è alle porte e il clima per affrontarlo non è dei migliori…

Intendo andare avanti con la consueta responsabilità, ma siccome la responsabilità la devo esercitare verso i lavoratori, la mia organizzazione sindacale, la First Cisl, ha deciso di far partire una consultazione dei propri iscritti in tutt’Italia per verificare insieme a loro quali siano i bisogni e le priorità da mettere al centro del prossimo contratto. Per quanto mi riguarda si deve tornare  a riunire  i lavoratori più spesso di quanto non lo si faccia di solito: parlarci, dir loro cosa pensiamo, ascoltarli e fare sintesi dei bisogni e delle proposte è il modo corretto per esercitare con piena responsabilità il mandato che ci è stato affidato. Diversamente  si finisce col dare forza al presuntuoso centralismo di chi pensa di poter decidere da solo per conto di tutto il mondo. Quanto al clima rovente a cui lei si riferisce, penso che ognuno debba fare la sua parte se lo si vuole raffreddare, perché fino ad ora, a partire dai vertici istituzionali del settore, mi pare che si sia lavorato solo per tenere la caldaia in pressione e non certo per accendere il condizionatore.