Uno degli effetti della massiccia chiusura di filiali bancarie negli ultimi 7 anni, denunciata dal segretario Generale di First Cisl, Giulio Romani e da una rigorosa analisi resa nota dall’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani, è la ricerca spasmodica di sportelli bancomat che può anche richiedere spostamenti di decine di chilometri. Lo evidenzia il “Corriere Torino” che pubblica un approfondito articolo dal titolo: “I comuni montani: ridateci le banche”.
Christian Benna, autore del reportage, scrive che “in Piemonte un comune su tre è rimasto senza sportelli. E per prelevare un po’ di contante i cittadini dei piccoli paesi devono organizzarsi in trasferte di 5-l0 chilometri. Con la conseguenza che tanti anziani fanno saltuari ma cospicui rifornimenti di liquidità da tenere in casa, diventando così facili prede della microcriminalità. Una situazione inaccettabile per i sindaci delle comunità montane che ora scrivono ai banchieri per richiamarli a un maggior senso di responsabilità contro quella che definiscono una riduzione dei diritti di cittadinanza sui territori”.
“Dopo la denuncia del sindacato First Cisl- prosegue la versione piemontese del Corriere della Sera -, sul progressivo abbandono del territorio da parte delle banche (in sette anni hanno chiuso 6.200 filiali in Italia, 444 in Piemonte), i vertici di Uncem hanno preso carta e penna e inviato una lettera all’Abi”.
A scriverla è stato il presidente Uncem, Unione nazionale comuni ed enti montani, Marco Bussone che parla di “spoliazione di servizi” la cui conseguenza è la marginalizzazione e lo spopolamento. L’allarme non non è stato ancora raccolto, rimarca il “Corriere Torino” con “il risultato che oggi, su mille comuni piemontesi, quelli serviti da sportelli bancari sono appena circa 600, 54 in meno rispetto al 2010. E la fuga progressiva delle filiali non riguarda solo i piccoli paesi abbarbicati sulle montagne e abitati solo da turisti d’estate. Nell’hinterland torinese i sindaci di Candiolo, Mappano, Agliè e Mazzé, tutti comuni che hanno una popolazione superiore a 5.000 persone, si sono scagliati duramente contro le recenti chiusure annunciate da Unicredit. Mai tagli delle filiali sono ormai prassi nella riorganizzazione degli istituti che ora puntano sullo sviluppo della banca online. Peccato che per i comuni montani la fibra dell’internet veloce sia ancora un sogno. E il digital divide sta diventando anche un divario nell’accesso al credito. Per l’Uncem, ad alta quota, le insegne della banca online e home-banking, sono un miraggio”.