Romani, norme sugli Npl hanno favorito i disastri bancari, è ora di abrogarle

La sezione finanziaria del sito on line “Yahoo!” riprende il lancio dell’agenzia di stampa Askanews sulla gestione dei crediti deteriorati in Italia. “DoBank, First: via norme su Npl che favoriscono disastri bancari”, questo il titolo del servizio che mette in evidenza le dichiarazioni del Segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, risoluto nell’affermare che “è indispensabile abrogare le norme sulla gestione dei crediti deteriorati (Npl) che favoriscono i responsabili dei disastri bancari”. La considerazione segue la presentazione del piano industriale di doBank che nel 2019 prevede la formazione di una società di servicing, ex-articolo 115 del Testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza del 1931. Con la scelta cessa così di essere un gruppo bancario.

“Il fatto che un player specializzato come doBank – sostiene Romani – sposti la propria attività di gestione degli Npl al di fuori dell’ambito bancario è l’ennesimo e probabilmente definitivo campanello d’allarme su come le storture delle norme italiane in materia abbiano portato la competizione a un livello tale da rischiare di distruggere occupazione, di mettere a repentaglio il destino di una larga fetta dell’economia e di far cadere un silenzio tombale sulle responsabilità di chi decise le erogazioni che hanno affossato i bilanci delle banche”.

“Se dal lato occupazionale – prosegue Giulio Romani – riteniamo in ogni caso consolidato il contratto di lavoro bancario per il personale attuale e futuro di doBank, sotto il profilo normativo non è invece più rinviabile un provvedimento del ministero dell’economia che abroghi il decreto 53 del 2 aprile 2015 laddove stabilisce che l’acquisto di crediti da parte di società che svolgono attività di recupero stragiudiziale non costituisce attività bancaria”.

“Per erogare un finanziamento – scrive Yahoo! Finanza – occorre una licenza bancaria, con tutti i vincoli del caso, e quindi appare assurdo che per gestire quella stessa posizione una volta che sia andata in difficoltà basti una semplice licenza di pubblica sicurezza, come se si gestisse una sala giochi: così si lascia la porta aperta al ripetersi di altri disastri bancari, perché si perde la possibilità di risalire ai responsabili delle cattive erogazioni”.

“Se una banca – conclude il Segretario generale di First Cisl, Giulio Romani – deve avere un patrimonio congruo alla copertura del credito erogato, è incomprensibile come sia possibile che quella copertura patrimoniale non sia più necessaria quando quell’identico credito venga gestito da una società di recupero, magari nata dalla trasformazione della banca che ha erogato il finanziamento: si rischia di aprire nuove crisi”.