Whistleblowing in banca, Romani, in Italia la legge non tutela i lavoratori

Il sito “Finanza Report” si occupa del tema del whistleblowing nelle banche riprendendo i dati diffusi dall’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani. “Wistleblowing, Unicredit in testa per segnalazione lavoratori”. Questo il titolo del servizio firmato da Stefano Neri corredato da una tabella che riporta l’attività svolta da quattro banche italiane elencate per ordine decrescente. In testa Unicredit, seguita da Intesa, banco BPM e Ubi Banca.

Sull’elaborato, a “Finanza Report”, interviene il Segretario generale di First Cisl, Giulio Romani. “La legge non tutela abbastanza i lavoratori, per questo nelle banche italiane il whistleblowing non attecchisce, mentre funziona nelle realtà estere dove esistono protezioni maggiori. Lo dimostra UniCredit, che avendo il 56% del personale fuori dall’Italia, lo scorso anno ha ricevuto 214 segnalazioni dai dipendenti. Negli altri grandi gruppi, invece, sono state solo una manciata: 16 in Intesa Sanpaolo, 11 in Ubi, solo 5 nel Banco Bpm. Eppure sarebbero uno strumento utilissimo per far suonare in tempo l’allarme sulle storture interne, che se non vengono corrette ricadono sulla clientela e anche sull’occupazione. Alla politica chiediamo di porre rimedio, dando al sindacato il ruolo di filtro tra banca e lavoratori”.

“Finanza Report” nota come i dati di Unicredit evidenzino “che nel 2017 più di un caso su quattro ha potenzialmente prodotto un intervento organizzativo, essendo state prese in carico 53 segnalazioni a fronte di 149 pratiche invece archiviate. Il dato di Intesa Sanpaolo è molto più contenuto, ma 6 segnalazioni su 16 hanno indotto il gruppo a riflettere sulle proprie prassi. In Ubi 3 segnalazioni sono state prese in carico e solo una archiviata”. A giudizio di Giulio Romani queste “sono prove evidenti che, se garantita, la partecipazione dei lavoratori produce risultato”.