Banche e lavoratori, First Cisl, riformare sistema per rilanciare occupazione

La rigorosa ricerca dell’ufficio studi di First Cisl, relativa agli effetti che le riorganizzazioni bancarie italiane hanno avuto sul personale negli ultimi 8 anni, continua a suscitare interesse. Molti siti d’informazione finanziaria rilanciano le cifre dell’analisi evidenziando la grande perdita di posti di lavoro. “Wall Street Italia” titola: “Banche, emorragia lavoro continua: bruciati 44 mila posti in 8 anni”. Simile la titolazione di “Money.it” “Emorragia banche italiane: bruciati 44mila posti di lavoro in 8 anni”. A completare il quadro è “QuiFinanza” dove si legge: “Banche, l’allarme della Cisl: in 8 anni persi 44mila posti di lavoro”.

Scrive Mariangela Tessa, di “Wall Street Italia”: “Continua la grande emorragia di posti di lavoro nel settore bancario. In otto anni sono andati in fumo 44mila posti di lavoro, di cui 13.500 solo nel 2017. Alla fine del 2009 i bancari erano più di 330 mila, nel 2017 sono scesi quasi a 286 mila. E l’emorragia prosegue con i piani di uscita dei grandi gruppi”. “Al Nord abbiamo perso un addetto su 10, al Sud quasi 2 su 10 – dice il Segretario generale, Giulio Romani – sono maturi i tempi per una riforma che tuteli il risparmio, il lavoro e che rilanci l’occupazione”.

L’analisi di “First Cisl – afferma Money.it – ha messo in luce l’elevata efficienza del personale, ricordando come i 5 miliardi di commissioni nette (fortemente correlate al fattore lavoro) registrati nel primo trimestre dell’anno abbiano ampiamente contribuito ai 2,9 miliardi di utili realizzati da Intesa, UniCredit, Banco BPM, MPS e UBI Banca”.

Cifre incontrovertibili che portano Giulio Romani ad affermare: “Nessuno venga più a dirci che il personale costa troppo – riporta QuiFinanza – bisogna riconoscere, tangibilmente, lo straordinario apporto dei dipendenti per cui il tempo dei tagli economici e occupazionali è finito, è ora di coinvolgere i lavoratori negli organi di controllo delle banche”.

Per il responsabile dell’Ufficio studi di First Cisl, Riccardo Colombani “il rilancio occupazionale è una priorità – rimarca Money.it –  poiché dal 2009 abbiamo avuto flessioni a doppia cifra in tutte le aree del Paese, anche se una lettura superficiale delle rilevazioni della Banca d’Italia può trarre in inganno indicando illusori incrementi in province come Torino o Bergamo che nell’ultimo anno sembrano cresciute l’una di 3.000 e l’altra di 500 addetti, mentre non è così”. Per Colombani è necessaria una riforma delle banche per limitare quella che è stata definita una vera e propria emorragia occupazionale.