Ad occuparsi delle retribuzioni dei top manager delle principali banche nazionali è il sito “Start Magazine” che, nel riprendere un’approfondita ricerca di First Cisl sul tema, mette a confronto numeri e cifre accompagnati da un’esaustiva tabella. “Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Ubi. Tutti gli stipendi dei vertici delle banche”, questo il titolo dell’articolo pubblicato dal web magazine, firmato da Fernando Soto, che in apertura riporta la dichiarazione del Segretario generale di First Cisl Giulio Romani. “Almeno un terzo dei salari manageriali andrà vincolato all’effettivo conseguimento di obiettivi, verificabili, di natura sociale quali, ad esempio, la crescita dell’occupazione, la stabilità di valore dei prodotti finanziari emessi, la qualità del credito erogato e l’offerta di educazione finanziaria alla clientela. Le politiche di remunerazione dei top manager – prosegue Romani – andranno verificate da commissioni paritetiche tra aziende e rappresentanze dei lavoratori e l’assemblea dei soci dovrà esprimersi in merito. Sono regole che mirano ad escludere azzardi nella gestione manageriale e per questo crediamo che la loro eventuale violazione diventi un vero e proprio fattore di rischio operativo e comporti dunque uno specifico accantonamento a riserva e l’inibizione dall’emissione di obbligazioni subordinate”.
“Start Magazine” commenta la ricerca dell’ufficio studi di First Cisl, diretto da Riccardo Colombani il quale entra nel merito bilanci delle principali banche italiane. “Considerate le varie voci di remunerazione e il fair value delle azioni ricevute come incentivo –spiega Colombani – il ceo di Intesa, Carlo Messina, ha incassato quasi 5,5 milioni di euro, che equivalgono allo stipendio medio annuo di 122 dipendenti del gruppo: sono 15 mila euro al giorno, inclusi i festivi. L’ad di UniCredit, Jean Pierre Mustier, è a meno della metà: 6.200 euro al giorno, inclusa la parte azionaria, per un totale di 2,3 milioni, corrispondenti a 53 salari medi del gruppo. Restando nel perimetro delle big 5 italiane – fa notare in conclusione Riccardo Colombani – gli ad del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, e di Ubi, Victor Massiah, hanno incassato rispettivamente 1,8 e 1,6 milioni di euro, mentre l’ad del Monte dei Paschi, Marco Morelli, ha ricevuto 1,1 milioni, come lo stipendio di 22 dipendenti, il doppio rispetto al moltiplicatore di 10 retribuzioni imposto dalla Commissione europea a luglio in sede di approvazione della ricapitalizzazione prudenziale della banca. Senza averne obbligo, è invece allineato al livello di 10 volte lo stipendio medio dei dipendenti il presidente del Banco Bpm, Carlo Fratta Pasini, che ha incassato 560 mila euro”.