Apulia Prontoprestito è in salute ma 37 lavoratori rischiano il licenziamento. È questa l’amara realtà che dipinge l’articolo di Massimo Levantaci, dal titolo “Perdono il posto per un cavillo in 37 traditi dal salva banche”, pubblicato da “La Gazzetta di Capitanata”
“La società con sede a San Severo e dipendenti residenti un po’ in tutta la provincia – scrive il foglio pugliese – non rientra nel piano di incorporazione (finanziato dallo Stato) di Intesa San Paolo che ha già rilevato 9800 dipendenti di altri istituti. Una situazione «assurda e paradossale» quella denunciata dai lavoratori foggiani che hanno protestato nei giorni scorsi a Vicenza insieme ai 700 dipendenti di tutte le altre banche venete in liquidazione. “Sarebbe il primo caso – rileva First Cisl – d’intervento pubblico nel settore bancario che si macchia del licenziamento dei dipendenti. Non lo permetteremo, assicuriamo il massimo impegno per garantire la salvaguardia dell’occupazione e l’applicazione degli accordi a suo tempo firmati”.
“A subire gli effetti dei disastri bancari sono sempre i più deboli, ossia clienti e lavoratori. Difenderemo finoin fondo questi lavoratori – ha dichiarato la segretaria provinciale di First Cisl di Foggia, Lucia Schiraldi – ma chi provoca simili sofferenze deve pagare e per questo chiediamo l’istituzione del reato di disastro bancario”
“I sindacati di settore – conclude “La Gazzetta di Capitanata” – ricordano che sono passati ormai nove mesi da quando Intesa Sanpaolo ha rilevato 9.800 lavoratori dalle ex banche venete. L’operazione, che ha messo in sicurezza l’intero sistema bancario italiano, costata diversi miliardi di euro allo Stato, ha potuto salvare migliaia di posti di lavoro tralasciando circa 700 lavoratori di dieci aziende rimasti senza alcuna protezione tra cui i 37 foggiani”.