Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm,il 2017 sotto la lente di First Cisl

I conti delle principali banche italiane sotto la lente di First Cisl. Il web magazine “Startmag.it” utilizza la puntuale analisi dell’ufficio studi, diretto da Riccardo Colombani, per pubblicare un articolo a firma di Fernando Soto dal titolo “Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Bpm. Come sono andati davvero i conti”.

“E’ stato rilevante – scrive il settimanale online dedicato all’innovazione e alla crescita – l’impatto avuto sui risultati del 2017 di alcune componenti del tutto straordinarie come il contributo pubblico di 3,5 miliardi ricevuto da Intesa Sanpaolo per l’acquisizione delle banche venete o come il badwill di fusione di Banco Bpm e in minor misura quello per le acquisizioni del Gruppo Ubi. E’ quello che emerge da un’analisi dell’ufficio studi della First Cisl sui report annuali di UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Bpm e Ubi”.

Nel dettaglio vengono presi in esame gli Npl sui quali, con numeri alla mano, First Cisl punta il dito : “é vero che con le cessioni di grossi stock di crediti deteriorati, l’impatto delle rettifiche rispetto ai proventi operativi è sceso dal 51% del 2016 al 28% del 2017 – spiega  Riccardo Colombani -, ma l’ossessione per la svendita degli npl, pur portando sollievo ai bilanci, genera potenziali rischi sociali, perché tarpa le ali al rilancio dell’economia, apre la strada a possibili speculazioni a danno dei clienti in difficoltà e distrugge occupazione”.

E allora quale può essere lo scenario ?  “Se non si investe sul lavoro e sul territorio – interviene il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani –  non si costruisce nulla di buono per le prossime generazioni! I 12,6 miliardi di utili realizzati nel 2017 dalle prime cinque banche italiane, nonostante i cataclismi del sistema bancario, sono dovuti essenzialmente ai 19,6 miliardi di commissioni nette raccolte da chi lavora a contatto diretto con la clientela”.

E sul fronte delle commissioni il report di First Cisl è netto. “Se escludiamo Mps, colpita da evidenti problemi di fiducia, l’incremento del gettito commissionale delle banche maggiori è del 7,4%. Il lavoro si ripaga sempre di più, perché se nel 2016 ogni 100 euro spesi dalle banche per i dipendenti se ne incassavano 108 in commissioni, nel 2017 si è arrivati quasi a 115 euro. Le commissioni dei servizi di investimento crescono addirittura del 15% e l’azienda che ha meglio performato, ossia il Banco Bpm che ha visto la voce crescere del 40%, non ha difficoltà ad ammettere che si tratta principalmente di proventi del risparmio gestito”.

Da non trascurare infine  il dato relativo ai tassi di interesse. “In presenza di tassi eccezionalmente bassi che hanno portato a una riduzione dell’1,2% del margine di interesse – conclude  Colombani – l’apporto del margine servizi al margine primario è salito in un anno dal 44,6% al 46,1%, mentre l’incidenza del costo del lavoro sul totale degli interessi e delle commissioni è scesa dal 41,1% all’attuale 40,2. Se i tassi tendessero a salire anche di poco, gli utili potrebbero volare. Sarebbe tuttavia inaccettabile che, soprattutto dopo i sacrifici chiesti in questi anni ai lavoratori, ai risparmiatori e anche ai contribuenti”.