Il Venerdì di Repubblica, senza filiali torna il materasso, rapporto First Cisl

Quando AdessoBanca!, il “manifesto per la tutela del risparmio e del lavoro”, elaborato dalla Cisl e da First Cisl, parla del ruolo sociale delle banche si pensa anche al pericolo di desertificazione bancaria che molti territori rischiano di registrare. E su tale aspetto “Il Venerdì di Repubblica” pubblica un interessante articolo dal titolo  “Senza banche né bancomat, nei paesini i conti non tornano”.

L’inviato Lucio Luca racconta i disagi cui vanno incontro i cittadini di piccole comunità che non dispongono dei servizi bancari. Autentiche odissee che mettono in marcia un’utenza danneggiata da processi di fusioni o incorporazioni che espellono dai posti di lavoro migliaia di lavoratori e portano alla chiusura di centinaia di dipendenze. “Eppure c’è chi continua a pensare che gli sportelli in Italia siano ancora troppi – scrive Lucio Luca -. Non più di un paio di anni fa, il Financial Times ironizzava: Avete più filiali che pizzerie. Dati contestati dalla First Cisl. All’inizio del 2016 nel nostro Paese si contavano 50 sportelli ogni centomila abitanti. Una media inferiore rispetto ai 57 della Francia e ai 69 della Spagna”.

L’indagine citata evidenzia come il trend di riduzione degli sportelli sia in linea con quello europeo dovuto soprattutto al taglio dei costi da parte delle banche e al sempre maggiore utilizzo di tecnologia da parte dei consumatori, che riduce gli accessi agli sportelli. Dal punto di vista numerico l’Italia ha meno sportelli della Francia (che ha meno banche), della Spagna  e della Germania, mentre ha più sportelli rispetto alla Polonia. Rapportando il numero di sportelli alla popolazione, l’Italia ha meno sportelli per abitanti di Francia e Spagna, ma più di Polonia e Germania, mentre gli sportelli per imprese sono meno rispetto a tutti gli altri paesi più popolosi. La presenza di sportelli per comune più bassa di Spagna e Polonia ma più alta di Germania e Francia. Infine, l’Italia ha un prodotto interno lordo medio per sportello poco inferiore alla Francia, di molto inferiore alla Germania ma più elevato di Spagna e Polonia.

Nel caso specifico italiano l’andamento della riduzione degli sportelli bancari, evidenzia First Cisl, è stato parzialmente compensato all’interno del sistema, dove i grandi gruppi riducono o razionalizzano la loro rete mentre le banche piccole ed il Credito Cooperativo allarga la propria. La riduzione ha coinvolto soprattutto i centri più grandi: 1.942 sportelli sono stati persi nei comuni (521) con almeno 10 sportelli, sono il 67% della riduzione totale. L’altro 33% si è perso nei restanti centri. 119 comuni sono rimasti senza sportello bancario.

Il rapporto First Cisl ha ampiamente anticipato quanto oggi sta avvenendo : “il percorso di razionalizzazione dovrà essere compiuto con grande attenzione verso il rischio di aumentare la concentrazione, riducendo così l’offerta bancaria”. Vaticinio al quale si sta quotidianamente assistendo con la progressiva dismissione di sportelli bancari che abdicano pure al loro ruolo di funzione sociale contemplata dalla Costituzione.

Fatti salvi i numeri dell’indagine First Cisl, “Il Venerdì di Repubblica” chiede : “A che serve, quindi, una filiale in un paesino di 500 anime?”.  A rispondere all’inviato del quotidiano romano, Lucio Luca, è Paolo Troaini, titolare di una ditta di scavi e movimento terra di Cottanello: “Se mi serve una consulenza, a chi mi rivolgo? E poi per un prestito o un mutuo il confronto con il direttore di banca è indispensabile. La filiale di Cottanello è l’unica nel raggio di 15 chilometri, serve anche Montasola, Torri, Configni e Vagone. Duemila abitanti. Aspettare il lunedì o il venerdì, e solo per qualche ora di mattina, è un inferno specie quando ci sono scadenze, impegni da rispettare, tasse da pagare. Cioè sempre”.

Inenarrabili i disagi della popolazione anziana che è tornata a far scorta del proprio denaro riscoprendo nel materasso un antico ed efficace rimedio sostitutivo degli sportelli bancari.