La tecnologia sostiene il lavoro umano o ne determina l’eliminazione? E in questo caso, cosa accadrà in un contesto sociale moderno in cui, come sottolinea Papa Francesco, il lavoro per l’uomo non è solo reddito ma dignità della persona?
L’occasione per parlare di questi temi è la ricorrenza dei cinquant’anni dalla creazione del primo bancomat.
La tecnologia cancella il lavoro dell’uomo. Cosa fare?
Così sembra in una prima analisi di settore. Lo rileva uno studio di First Cisl focalizzato sulla realtà siciliana, in cui in pochi anni si sono persi posti di lavoro e sono stati chiusi parecchi sportelli. La denuncia arriva dal segretario generale Giulio Romani, attraverso tutte le testate regionali.
Ieri era stato Antony Jenkins, ex Ceo di Barclays, a dichiarare che in pochi anni l’occupazione bancaria sarà dimezzata.
Il tema è scottante; nei giorni scorsi ilSole24Ore, in un articolo dal titolo “Nuove tecnologie e lavoro, la chiave del successo è l’istruzione” a firma Enrico Marro, ha dato una sua interpretazione. Ma l’allarme vero è proprio arriva da più lontano, nientemeno che dall’Onu, attraverso lo stesso Sole24Ore che, a novembre scorso, ha titolato “Allarme Onu: i robot sostituiranno il 66% del lavoro umano”.
Da quell’allarme è nata anche una delle tracce d’esame della maturità 2017. Segno evidente che trovare soluzioni idonee ormai è questione urgente.