Pressioni commerciali, “possono essere causa o concausa di dissesti bancari”

L’accordo nazionale sulle politiche commerciali e sull’organizzazione del lavoro passa alla fase applicativa nelle singole aziende di credito. Ne parla diffusamente il quotidiano L’Eco di Bergamo con un articolo di Francesca Belotti intitolato “Ubi, politiche commerciali. I sindacati: ora un accordo”, nel quale viene riportato il parere di Riccardo Colombani, che segue le trattative nel gruppo bancario per conto della segreteria nazionale di First Cisl, ma che è anche coautore con Domenico Iodice, del dipartimento Ricerca e Innovazione contrattuale di First Cisl, dello studio “Banche: politiche commerciali e organizzazione del lavoro” pubblicato dal Bollettino Adapt, edito dall’associazione Adapt, fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere, in una ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro.

L’articolo di Francesca Belotti per L’Eco di Bergamo incomincia così: “In sindacalese le chiamano pressioni commerciali, anche il il termine corretto è politiche commerciali. E questo la dice abbastanza su quanto il tema sia sentito. Nelle cinque maggiori banche italiane (Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi e Unicredit) entro l’8 maggio deve prendere il via una trattativa per armonizzare l’accordo nazionale su politiche commerciali e organizzazione del lavoro firmato da Abi e sindacati a febbraio di quest’anno con le singole intese di gruppo. Nell’interesse non solo dei dipendenti «ma anche dei clienti delle banche», come spiega Riccardo Colombani segretario nazionale della First Cisl. Perché «quando le politiche commerciali diventano pressioni commerciali nei confronti dei dipendenti e contestualmente prassi aggressive e scorrette nei confronti dei clienti, possono essere causa o concausa di dissesti bancari che vanno a rappresentare un costo per tutto il sistema», sottolinea Colombani”.

Più nello specifico, per quanto riguarda il gruppo Ubi, Andrea Battistini afferma, per conto di First Cisl, che “l’auspicio è che Ubi sia coerente con le dichiarazioni fatte al tavolo nel voler condividere un percorso virtuoso per rendere uniformi i comportamenti commerciali ai valori del gruppo. Un buon clima aziendale è fondamentale per raggiungere i livelli di redditività che il gruppo si prefigge. Oggi, quello delle politiche commerciali è uno dei temi più caldi, perché per le banche incrementare i ricavi non è semplice e farlo responsabilmente è una sfida che può creare valore in futuro”.