Nel saggio Dalla Bilateralità alla Partecipazione 20 anni di Fondo nelle banche

“Dalla bilateralità alla partecipazione” è il titolo del saggio di Sergio Girgenti di First Cisl che ripercorre la storia del Fondo di solidarietà alla luce dello sviluppo delle relazioni sindacali del comparto. A recensire il libro è “Il Sussidiario.net” che pubblica un articolo, firmato da Fiorenzo Colombo, dal titolo “Sindacati e Lavoro, il modello per affrontare la rivoluzione nella banche”.

Presi in analisi “gli ultimi venti anni e in particolare il modello di relazioni industriali basato sulla bilateralità tra le Parti Sociali, di cui il Fondo di solidarietà, costituito nel 2000, è stato lo strumento istituzionale per eccellenza. La bilateralità è un ambito di gestione, condivisa e paritaria, di strumenti e iniziative volte alla tutela delle persone che operano nel settore, la cui storia risale al secolo scorso e rappresenta un pilastro del modello di rapporti sindacali nel nostro Paese”.

Il quotidiano online sottolinea come il modello intrapreso da banche e sindacati “abbia rappresentato un percorso virtuoso che, a sua volta, ha influenzato positivamente le relazioni sindacali in quanto tali, attraverso un processo di contaminazione reciproca che ha consolidato la strumentazione di gestione dei rapporti di lavoro nei due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale). Questa pratica (e questa cultura) hanno permesso di gestire i cambiamenti strutturali intervenuti nel mondo delle banche, che negli anni Novanta del secolo scorso era una specie assomigliante alla “foresta pietrificata”, prevalentemente in mano pubblica, subendo, successivamente, rilevanti processi di privatizzazione”.

Il saggio di Sergio Girgenti evidenzia come “la competizione finanziaria abbia generato processi di trasformazione nelle aziende del credito che però sono state gestite senza soluzioni traumatiche, senza licenziamenti e stragi sociali, ma con strumenti di accompagnamento verso soluzioni occupazionali alternative o verso il pensionamento valorizzando le relazioni industriali”

Altro dato meritevole di attenzione sta nell’azione decisa portata avanti dal sindacato che non ha visto annullata la sua funzione ma è stato protagonista di un “attraversamento del guado che gli ha permesso di rafforzare il suo ruolo in termini di autorevolezza e di efficacia rappresentativa”.

“Non sarà casuale – si legge nell’analisi di Sergio Girgenti, rilanciata da “Il Sussidiario.net” – che il settore del credito sia tra i più sindacalizzati del Paese, con punte di oltre l’85% nei tassi di associazionismo e con servizi di welfare integrativo diffusi nella quasi totalità delle aziende, quali i Fondi pensione, le casse sanitarie e altri servizi volti al benessere organizzativo oltre che di armonizzazione dei tempi di vita e lavoro. La bilateralità ha permesso di raggiungere risultati importanti. Allo stato attuale 58.000 lavoratori hanno potuto accedere ai prepensionamenti in condizioni più che dignitose, proprio grazie al Fondo di solidarietà bilaterale. Le aziende hanno così potuto ristrutturarsi con fusioni e riorganizzazioni, con la creazione di grandi gruppi bancari, frutto di oltre 500 riaggregazioni in pochi anni, senza tensioni e conflitti sociali. Il sindacato ha rafforzato il proprio ruolo anche attraverso l’obbligatorietà di attivazione delle prestazioni del Fondo, non solo per gestire gli esuberi dei lavoratori ma anche per finanziare la formazione per la riqualificazione professionale. Il fondo si è quindi dimostrato uno strumento di politica attiva, non solo di sostegno ai redditi. Molti lavoratori hanno intrapreso altri percorsi lavorativi e, in alcuni casi, il fondo è diventato lo strumento per il ricambio generazionale nelle imprese favorendo l’ingresso di giovani lavoratori”.

Il saggio di Sergio Girgenti analizza i passaggi della “costituzione del Fondo di solidarietà considerato il primo ammortizzatore sociale creato in un settore che, per la legislazione italiana, non gode delle tutele della Cassa integrazione guadagni. Nel 1997 e nel 1998 le Parti sociali dei bancari e delle aziende di credito hanno trovato soluzioni alternative (e sussidiarie), con la regia del Governo e dell’allora ministro del Lavoro Tiziano Treu. Furono gli anni in cui avviarono un processo di riforma della contrattazione con la fusione dei contratti di lavoro dei precedenti Istituti suddivisi tra banche e casse di risparmio, con nuove classificazioni professionali, l’istituzione della figura del Quadro rispetto al vecchio modello dei funzionari e altri innovativi profili in rapporto all’evoluzione tecnologica e alla crescente smaterializzazione dei processi di lavoro, la nascita del Fondo per prevenire le possibili ricadute sui lavoratori, come effettivamente è accaduto”.

Oggi quelle intuizioni consentono di dire che il “Fondo di solidarietà si è rivelato un modello vincente basato sulla bilateralità e sulla partecipazione responsabile delle parti e che rappresenta la base anche per gli sviluppi futuri. Il mondo delle banche sta mutando pelle va verso una digitalizzazione che investe tutti i sistemi di pagamento con nuovi concorrenti non bancari che comporterà ulteriori trasformazioni organizzative nelle politiche del personale e di gestione delle risorse delle banche stesse”.

“Siamo all’alba di una nuova rivoluzione – ammonisce il lavoro di Sergio Girgenti -. Si delineano nuovi scenari e nuove sfide per le rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro del settore. La loro maturità rappresenta la risorsa principale per affrontare i cambiamenti che ci attendono”.

Il saggio di Sergio Girgenti “Dalla bilateralità alla partecipazione” (Edizioni Lavoro) è stato presentato a Roma nel corso di un convegno nazionale di First Cisl sui temi della riforma del sistema bancario, in occasione del ventennale dell’accordo di settore che ha permesso la costituzione del Fondo di solidarietà.