La desertificazione bancaria.

Quello che oggi viene identificato e chiamato con precisione “desertificazione bancaria” è quel tremendo movimento che negli ultimi 10 anni ha portato le aziende creditizie, assicurative, esattoriali a ridurre i propri organici insieme al numero delle proprie sedi. In Sardegna possiamo certamente ritenerci pionieri della lotta alla desertificazione bancaria in quanto da quasi 10 anni siamo sul piede di guerra contro questo autentico delitto commesso ai danni delle economie locali, delle piccole località e di tutti i sardi che con grande ospitalità hanno accolto le aziende che oggi ci voltano le spalle con la scusa generica della “crisi”.
Ma nei tempi di vacche grasse le stesse aziende hanno riposto parecchio fieno nei silos, distribuendo utili mostruosi agli azionisti, sempre trascurando di conservare qualcosa per i tempi di magra che, si sa, prima o poi arrivano. Così fa ogni buon padre di famiglia!
Le aziende di credito, invece, incassano e raccolgono e poi spariscono, lasciando spesso le piccole località senza più un solo presidio di civiltà economica, incentivando in questo modo la fuga verso i centri più grandi, l’abbandono dell’interno e persino l’emigrazione.
Capofila della desertificazione in Sardegna è il Banco di Sardegna che da quando è stato venduto al Gruppo Bper ha ridotto di 1/3 il numero delle proprie sedi e la consistenza del numero dei lavoratori dipendenti. E molto di peggio ha ancora in mente!
Noi della First Cisl e tutto il sindacato di settore siamo sul piede di guerra da tanti anni e siamo riusciti a rallentare la desertificazione, in virtù delle preziose collaborazioni con i responsabili degli enti locali e con i cittadini. Ma il rallentamento non è il blocco, per cui sotto i nostri occhi sono sparite decine e decine di sedi delle diverse aziende, ivi comprese quelle di colossi come Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Cosa ci riserva il futuro? Nuove lotte e nuove alleanze. Nessuno tra noi pensa di poter impedire al progresso di manifestarsi, ma ci è caro il diritto di volerne guidare e modificare l’incedere e per questo non arretriamo e continuiamo a stare al fianco dei lavoratori e dei cittadini riuniti nelle comunità.