Acquaviti, smart working, non scarichiamo i costi sui lavoratori

L’editoriale di Maddalena Acquaviti, segretaria First Cisl Milano Metropoli, dal titolo: “Smart working, non scarichiamo i costi sui lavoratori”

“Nei momenti più tragici della pandemia da covid-19, per molte attività lavorative e molte persone la soluzione per il contenimento del contagio è stata individuata nello smart working. Uno strumento immediato e pratico per mantenere il distanziamento sociale, apprezzato anche da quelle aziende che in precedenza l’avevano osteggiato.

Oggi, nel momento in cui pare superata la fase più critica della pandemia ed eliminato per decreto lo smart working semplificato, e si spera di tornare a breve ad una modalità meno emergenziale, si torna a parlare di smart working come soluzione per ridurre i costi delle aziende.

L’emergenza energetica e l’impennata inflattiva stanno, infatti, mettendo in crisi molte attività produttive e la situazione diverrà sempre più drammatica con l’arrivo dell’autunno.

La sopravvivenza delle aziende è una priorità anche per il sindacato, ma non può essere che i costi vengano scaricati esclusivamente sui lavoratori i cui stipendi non “crescono” in maniera adeguata, almeno riguardo all’inflazione galoppante che erode inesorabilmente il potere d’acquisto.

Perché la crisi energetica c’è, ed è oggettivo, ma non è un problema solo delle aziende, anzi, l’aumento dei costi sta pesando su lavoratori e famiglie in maniera drammatica.

Ancora una volta si individua nello smart working una soluzione emergenziale, snaturandolo da quello che è e dovrebbe essere, ovvero uno strumento di conciliazione, per diventare strumento di gestione di situazioni di emergenza e spesso a scapito dei lavoratori anziché a loro vantaggio.

Non sono bastati quasi 3 anni a comprendere la vera natura dello strumento e utilizzarlo per quella che è la sua vera natura ovvero, uno strumento per migliorare la qualità della vita delle persone, e cogliere l’occasione per rivedere profondamente l’organizzazione del lavoro rendendola più moderna e partecipativa.

Noi continuiamo come sempre abbiamo fatto: riconoscere la validità dello strumento ma a condizione che sia uno reale strumento di conciliazione vita-lavoro e non un rimedio emergenziale a uso e consumo delle aziende. Un “nuovo” modo di lavorare, capace di andare incontro ai bisogni delle persone e non un’occasione per scaricare costi e inefficienze sui lavoratori, il cui potere d’acquisto già messo a dura prova dovrà trovare compensazione nei prossimi mesi.”

Comunicazione First Cisl Milano Metropoli

All.: editoriale Maddalena Acquaviti