Tavola rotonda “The New Normal”. Berselli, valorizzare i Comitati Aziendali Europei

Prosegue il II Congresso First Cisl Milano Metropoli; la seconda giornata si è aperta con gli interventi dei delegati, a cui ha fatto seguito la tavola rotonda “The New Normal”, moderata da Luciano Malvolti, responsabile Dipartimento Internazionale First Cisl, con la partecipazione di: Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl – Marco Cilento, capo Politiche Istituzionali C.E.S. e Marco Berselli, segretario generale First Cisl Milano Metropoli.

I relatori sono stati invitati a riflettore sul tema: in che modo il sindacato è intervenuto in questi ultimi due anni sul fronte Covid e sulla digitalizzazione e, soprattutto, in che modo può e dovrà agire a livello europeo e internazionale.

Nel suo intervento, Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl, ha evidenziato come “la nuova normalità è fatta anche di cripto-valute, con i gravi rischi per la stabilità finanziaria che comportano, e di tassi negativi. Sono fenomeni emersi indipendentemente dalla pandemia ma che erano imprevedibili fino a poco tempo fa. In generale la transizione digitale pone problemi rilevanti per un paese con scarse competenze in questo campo e segnato da un forte invecchiamento della popolazione. Per questo credo che il governo abbia fatto bene nel Pnrr a prevedere un ingente investimento in questo ambito. Quanto alle banche, non possiamo accettare che il digitale sia usato come un’arma per tagliare i costi e che per ottenere una maggiore redditività si continui a ridurre l’occupazione e a smantellare le filiali sul territorio. Il caso Bnl è emblematico: una banca che registra ottimi risultati di bilancio, migliori addirittura rispetto a quelli dei primi cinque gruppi italiani, si pone l’obiettivo di entrare tra le prime tre per redditività e per centrarlo è pronta ad espellere dal perimetro aziendale 836 lavoratori su circa 11mila e a chiudere 135 filiali su 705”.

Marco Cilento, ha sottolineato come serva verificare in che modo il sindacato sia riuscito a gestire l’impatto della pandemia e della digitalizzazione con una visione globale ed intersettoriale. La situazione di normalità a cui ci dobbiamo abituare, è il succedersi di crisi che impattano e portano cambiamenti sull’economia e sulla vita privata delle persone per effetto della globalizzazione e del rapidissimo sviluppo umano. Cita come risposta politica “l’Agenda 2030 dell’Onu”, evidenziando due parole entrate ormai nell’uso comune: “sostenibilità e resilienza”. Due concetti che devono creare un approccio mentale nel trovare strumenti che ci consentano di superare e affrontare adeguatamente le crisi, una maniera per non subire i cambiamenti ma per governarli. Le cose che stanno maggiormente cambiando il nostro modo di lavorare sono lo smart working e la strumentazione digitale.  Lo smart working – rileva ancora Cilento – non è utilizzato in tutti i paesi europei nella stessa misura e cita la necessità di rafforzare la tutela contro i licenziamenti causati dalla digitalizzazione. Il “New Normal” è anche il lavoro a distanza. A livello europeo si sta infatti lavorando a un quadro normativo generale. Ci si domanda però se in tutti i paesi si riuscirà ad applicare in egual misura. La contrattazione collettiva deve essere la stella polare per cogliere il cambiamento e fornire soluzioni che poi possano essere rafforzate da strumenti legislativi. In ultimo, fa notare Cilento, l’indifferenza riguardo alla penalizzazione della donna nel mondo del lavoro. La grande sfida sarà affrontare questo problema a cui non riusciamo ancora a dare risposta.

Marco Berselli ha rimarcato come la crisi abbia negativamente impattato sul mondo bancario, dai grandi gruppi alle banche locali e cooperative. Infatti, ogni realtà ha reagito in modo differente. A Milano la platea è molto ampia e diventa complicato gestirla visto che il 99% delle aziende ha la governance all’estero. La pandemia globale ha fatto sì che ogni azienda abbia agito secondo le proprie logiche. La risposta alla crisi sanitaria è stata quindi complicata perché c’è stata una difficile interlocuzione. I CAE (Comitati Aziendali Europei), avrebbero potuto essere un efficace veicolo di interlocuzione e quindi decisivi in questa particolare situazione, ma il loro intervento è stato blando e marginale. L’invito a tutte le strutture europee è quello di operare una maggiore pressione sul loro intervento.

Il ruolo di UNI Finance è quello di coordinamento tra gli affiliati, sindacati europei e CAE, le cui linee guida, ha sottolineato Luciano Malvolti, si riferiscono allo smart working, alla protezione dei dati e alla gestione sindacale degli algoritmi. La prossima settimana a Bruxelles si firmerà una dichiarazione congiunta con tre grandi gruppi che conterrà temi già affrontati come quello del lavoro da remoto e delle nuove tecnologie. Novità assoluta: un riferimento specifico sulle violenze nei luoghi di lavoro domestico.

Comunicazione First Cisl Milano Metropoli

All.: documento “Il Congresso. Tavola rotonda ‘The New Normal”